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Presso la Pinacoteca d’Avalos  incontro con il geologo Angelo Marzella per “Impronte: tracce di vita”

Il 18 gennaio, in occasione del Festival della Scienza Ad/ventura, presso la Pinacoteca di Palazzo d’Avalos l’ingegnere e geologo Angelo Marzella ci conduce in un affascinante percorso di scoperta e analisi delle impronte, umane e animali.

Foto di Arianna Roberti

Il convegno (anzi, ‘laboratorio’- ha spiegato – ‘perché prevede uno scambio da me a voi e da voi a me’) si è aperto con una breve introduzione sul mondo della geologia, una scienza molto più ‘attiva’ di quanto si creda perché applicazione pratica delle scienze della terra.

Abbiamo poi visto insieme le tappe principali della storia e le tracce di ognuna di queste rimaste sul pianeta: dai fossili che ci hanno raccontato delle prime specie viventi della terra, a quelli dei primi animali, fino ai ritrovamenti di utensili delle civiltà più antiche. Il lavoro del geologo rappresenta un punto fondamentale, l’unico mezzo per conoscere il passato laddove la testimonianza degli antichi non arriva: per esempio, ignoreremmo totalmente l’esistenza dei dinosauri se non avessimo trovato e studiato le loro impronte. Sappiamo che l’uomo si è evoluto solo grazie alle impronte che sono giunte fino a noi, perché le tracce che egli lasciava cambiavano nel tempo: i primi resti, poi gli utensili, poi le pitture rupestri.

‘Tutto ciò che facciamo è una traccia, che deve aiutare a interrogarci su cosa siamo e siamo stati’. La storia va avanti, il mondo cambia, le specie si estinguono, ma le firme che lasciamo restano per sempre. E, a partire da questo, Marzella ha introdotto la definizione forse più ‘moderna’ di traccia: quella di ‘impronta ecologica’. Abbiamo quindi discusso insieme di questo tema attualissimo e interessante, scoperto i tempi di decomposizione -sorprendentemente lunghi- degli oggetti di uso quotidiano, analizzato il fenomeno del ‘littering’, ovvero del gettare i rifiuti nell’ambiente, simbolo di una società sempre più piena di cose e sempre più bisognosa di liberarsene.

A chiudere, un po’ romantica e malinconica, la frase ‘Nella vita non conta ciò che fai, ne le scarpe che usi, ma le impronte che lasci’: con l’augurio spassionato di ‘invertire la rotta’ e trasmettere ai posteri solo tracce positive. 

Arianna Roberti