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“Tracce di Salute in Bicicletta” vedere la città e il mondo da un punto di vista differente

Durante la 25esima edizione del Festival della Scienza Ad/ventura, alcuni studenti del Polo Mattioli hanno avuto l’occasione di seguire la conversazione “Tracce di salute in bicicletta” tenuta dal sociologo Marco Marra, presso la Sala Aldo Moro di Vasto.

Foto di Lorenzo Saraceni

Marra ha ritenuto importante trattare della ‘salute delle città’ e di come queste ultime possono migliorare grazie all’uso della bicicletta e alla mobilità ciclistica.
La bicicletta è un mezzo per una sola persona, consistente in un telaio su due ruote. Nell’immaginario di un individuo si possono avere tante sfumature e punti di vista da dare a questo veicolo che è ritenuto dal sociologo il più moderno che ci sia, nonostante l’evoluzione della mobilità.
Il primo aspetto cui tende una persona a collocare la bicicletta è sicuramente quello sportivo. In Italia il ciclismo era riconosciuto come Sport Nazionale dall’inizio del 1930 fino al 1960, quando la Gazzetta dello Sport, caratterizzata dal famosissimo colore rosa, aveva ideato il Giro d’Italia.

Lo sport e la salute sono due fattori che favoriscono la mobilità urbana, in particolare il cicloturismo.
Il Cicloturismo è una forma di turismo praticata in bicicletta, con le varianti “treno ­+ bici” o con i tour organizzati da agenzie che forniscono supporto logistico e trasporto bagagli. E’ una maniera di viaggiare particolarmente economica che fuoriesce dai canoni e dai consueti itinerari di massa.

Mobilità Urbana e trasporto pubblico
Un’automobile sul suolo pubblico occupa (al netto di spazi di manovra e viabilità) una superficie che va dalla sua dimensione media a quella di un singolo parcheggio auto: dai 6 ai 12mq.
L’Italia purtroppo, come evidenziato da Marra, è uno dei paesi dove la concentrazione di automobili pro-capite è la seconda più alta in Europa dopo il Lussemburgo. E’ proprio l’alta concentrazione che fa sì che si creino problemi di traffico e perlopiù accavallamento stradale dei veicoli.  
Per risolvere una parte di questi problemi, l’esperto ha informato i partecipanti sull’importanza del codice stradale e li ha invitati a rispettare quest’ultimo.

Il codice stradale:
Il codice stradale si compone da 245 articoli, è entrato in vigore il 1 gennaio del 1993 ed è accompagnato da un regolamento di attuazione che comprende 408 articoli e 19 appendici.

Questo codice, sostiene l’esperto, ha cambiato alcune cose, nonostante il nome del mezzo che è rimasto velocipede dal 1889. Ciò che è cambiato sono alcune regole importanti: sono state instituite all’interno del codice della strada le strade scolastiche (strade che possono essere chiuse temporalmente o definitivamente a traffico), per far si che non si transiti davanti alla scuola con le automobili ma si possa andare solo a piedi o in bicicletta. Come esempio cita Roma, una città particolarmente problematica e autocentrica in cui alcune famiglie e anche gruppi di ragazzi e giovani stanno provando a sviluppare le strade scolastiche là dove non si riesce a passare per motivi di traffico e accavallamento stradale. Con questo esempio Marco Marra tiene a sottolineare quanto sia importante il cambiamento di una normativa quando appare strettamente necessario.

Un altro elemento inserito nel codice stradale è la così detta corsia ciclabile, da non confondere con le piste ciclabili. La corsia ciclabile ad oggi è quel tipo di segnaletica stradale che si può sviluppare per cercare di far cambiare all’automobilista modo di concepire la strada tutta per sé. Con ciò il sociologo ci tiene ad evidenziare l’importanza di una transizione psicologica, che porta l’individuo a guardare la strada con un’ottica diversa che non risulterà pertanto abitudinale.

Ciclabilità e pianificazione:

Naturalmente la ciclabilità può avere una pianificazione, difatti il Consiglio Comunale di Vasto, qualche anno fa, ha approvato il piano della ciclabilità che risulta fondamentale poiché in contesti amministrativi molte iniziative, essendo prive di pianificazione, non sono risultate funzionali.
Un esempio di pianificazione della rete ciclabile urbana esposto dal sociologo è la bicipolitana consistente in un vero e proprio meccanismo di metropolitane ciclabili (nonché piste ciclabili) nominate “linee” (e.g. la linea 1,2,3). In Italia, la prima pianificazione urbana di questo genere si è avuta a Pesaro una città che già da tanti anni presentava un’attitudine e predisposizione all’uso della bicicletta per gli spostamenti.

Il Bike sharing
In conclusione l’esperto ha introdotto il discorso sul bike sharing (soprattutto situato nelle grandi città) e della sua importanza e impatto che ha e ha avuto sui turisti. Difatti, grazie a questo sistema di traslochi su biciclette elettriche, si sono potuti avere dei dati riguardanti il numero di persone (specialmente turisti) da cui veniva e viene tutt’ora utilizzato e il picco di impiego si può riscontrare nel 2022 quando questo sistema è stato usufruito da 33 milioni di forestieri.

Sharon Rubbi