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Il “cielo è di tutti” – impariamo ad accettare la diversità

Il pregiudizio nei confronti dell’altro, basato su differenze culturali, religiose, linguistiche o abitudini di vita, persiste ancora oggi nella società. Nonostante le iniziative per promuovere la pace, la giustizia e l’accoglienza, ci sono ancora atti discriminatori che vanno contro questi valori. Indipendentemente dal risultato, è di fondamentale importanza combattere questo atteggiamento attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e l’attuazione di leggi non discriminatorie. Ad esempio, L’Agenda 2030 dell’ONU, con il suo obiettivo 16, promuove l’uguaglianza e la non-discriminazione come tappe fondamentali per lo sviluppo sostenibile. Il pregiudizio ha causato conflitti, ingiustizie e sofferenze nella storia di tutte le epoche.

Personalmente ho sempre creduto che in un mondo più moderno, quale dovrebbe essere quello del 21° secolo, anche pregiudizi e credenze infondate potessero perdere importanza, o ancora meglio, cessato di esistere. Non è così. Crescendo ed entrando sempre più in contatto con adulti, mi sono resa conto che questo è soltanto un sogno dell’uomo che forse non si realizzerà mai, poiché è l’uomo stesso ad avere pregiudizi o a dimostrare diffidenza da qualcuno o qualcosa che

considera diversa ed estranea. Terenzio parecchio tempo fa sosteneva “homo sum humani nihil a me ali̯enum puto” cioè “sono uomo, niente di ciò ch’è umano ritengo estraneo a me”. Fin dall’antichità si sente il desiderio e la necessità di abbattere i pregiudizi che tanto pesano nella vita dell’uomo, ma ci riusciremo mai? Questo rimarrà un grande dubbio. Al giorno d’oggi sui social network gli iscritti si dividono in due fazioni: chi critica in modo incontrollato e deride, ad esempio per l’aspetto fisico (body shaming); chi risponde “non devi farti condizionare”, “che ti importa delle critiche altrui”. Sono solo parole.

L’uomo soffre per i pregiudizi e ne soffrirà per sempre, ma non smetterà mai di provocarli.

Adele  Caligiore classe 3 A