Diario di un prigioniero – Lo Psicologo

Subito l’assolo di chitarra sfuma nell’incalzante ritmo di Forever Jung – lo Psicologo.

Con esso si palesa la più cruciale delle decisioni: guarire o ammalarsi. La risposta aspetterà ben 2 anni prima di arrivare e prendere forma, concretizzandosi nell’album stesso.

“Il rap è psicoterapia, quindi materia mia

Block notes, penna a sfera, via!”

In un viaggio introspettivo alla ricerca di se stessi, infatti, non poteva mancare la psicanalisi.

Ma stavolta non si tratta di uno psicolgo in carne ed ossa, bensì della scrittura, che, attraverso il suo potere salvifico, consente di tirare fuori la parte più nascosta di sé, metterla a nudo, confrontarsi con lei, accettarla nel suo essere pieno.

E per Caparezza, votato da sempre all’arte del rap, la poesia si tramuta in melodia nel momento esatto in cui diventa il mezzo per guarire, permettendogli di restare eternamente giovane (“forever young”) ed eternamente psicologo di se stesso (“forever Jung”).

“I veri padri del rap sono Freud e Jung.

Prima di DJ Kool Herc e del folle boom,

Prima che la vecchia scuola ci abbia messo rime su

Potere alla parola prima di Francesco Di Gesù”

Parola dopo parola, le rime gli offrono l’appiglio per risalire in superficie, aiutandolo ad salvare se stesso dalla deprecabile gabbia della sua mente.

“Forever Jung” gli regala, poi, la possibilità di realizzare uno dei sogni della sua infanzia: una collaborazione con l’eroe del se stesso bambino, DMC.

Questo diventa il modo per guardare negli occhi qualcun altro, che, come lui, ha affidato la sua vita alla musica, salvandola. 

“I’m grand like the wizard called Theodore

A lot like God so praise the Lord

Forever young, forever more

Forever young!”

 

Alessandra Masciantonio