Diario di un prigioniero – Il Colloquio

Ed ecco che, per un istante, immersa in un mare di insoddisfazione e sgomento, fa capolino la speranza. Una piccola lucina rimasta tenacemente accesa nel profondo dell’animo.

Per la prima volta dall’inizio dell’album, alla fine del tunnel ci sembra di intravedere il cielo azzurro con le nuvole. 

È il momento del Colloquio, della scelta tra Aprirsi o Chiudersi.

Eppure dietro la lastra di vetro non ci sono familiari o amici: ad attenderlo, invece, c’è il se stesso bambino. 

“Ti riconosco dai capelli, crespi come cipressi

Da come cammini, come ti vesti

Dagli occhi spalancati come i libri di fumetti che leggi

Da come pensi che hai più difetti che pregi” 

“Una chiave” è il pezzo più smaccatamente personale di tutto l’album, un fugace e breve momento di riconciliazione con la parte più lontana e imprescindibile di sé.

Durante il Colloquio, Caparezza cerca di ridare fiducia al sé del passato, tormentato dai dubbi e dalla paura di fallire, un ragazzino ricco di sogni e fantasia, intrappolato nella soffocante gabbia della timidezza, immerso nell’estraneità nei confronti di un mondo a cui non appartiene davvero.

 Tuttavia, incredibilmente, è la spensieratezza insicura della giovinezza a dare coraggio al prigioniero, infondendogli quella forza necessaria per continuare il suo viaggio alla ricerca della libertà. 

È un brano magico, che nasconde tra i suoi spartiti le note di una vita intera, le ansie, i dubbi e le piccole vittorie, i traguardi di sfide più o meno quotidiane. 

È la riappacificazione e l’accettazione di un passato che ora non può più fare male e la certezza di poter guardare avanti senza il timore di aver lasciato qualcosa alle proprie spalle.

Eppure, non si può far a meno di pensare che se è vero che si è stipati all’interno di una “galera dalle sbarre chiuse”, allora forse non è un caso se l’autore si fa consegnare in mano le chiavi per uscire di prigione proprio dalla versione più pura e autentica di sé.

“Sono sopravvissuto al bosco ed ho battuto l’orco

Lasciami stare, fa’ uno sforzo, e prenditi il cosmo

E non aver paura che no, non è vero

Che non sei capace, che non c’è una chiave”

 

Alessandra Masciantonio