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Persepolis: un racconto di coraggio e resilienza delle donne iraniane

Martedì 2 aprile, le classi 3B e 3BSA del Polo Liceale Mattioli hanno avuto modo di vedere il film di animazione  Persepolis, diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud (2007).
Questo film è stato scelto nell’ambito del Progetto Cinema, come attività di didattica orientativa; dal 4 marzo, inoltre, la pellicola è stata diffusa nelle principali sale cinematografiche nella splendida versione restaurata in 4K realizzata dalla Cineteca di Bologna.
Persepolis, un vero e proprio memoir, offre uno sguardo intimo sulla vita di una giovane donna iraniana, Marjane, con un’anima ribelle e un cuore coraggioso, e sulle sue esperienze durante e dopo la rivoluzione iraniana del 1979.
Il film ci trasporta nella vibrante Teheran degli anni ’70, quando l’Iran si trova sull’orlo di un cambiamento epocale: la rivoluzione. 
 
Attraverso gli occhi curiosi di Marjane, vediamo il mondo attorno a lei trasformarsi, mentre le strade si riempiono di manifestanti e di speranze per un futuro migliore. Ma con la rivoluzione arriva anche l’oscurità: il regime teocratico che emerge dopo la caduta del governo imperiale porta con sé rigide restrizioni e un clima di paura e repressione. Marjane, tuttavia, non è disposta a piegarsi di fronte all’oppressione. Con la sua indomita determinazione e la sua passione per la libertà, lotta per mantenere viva la sua identità e la sua dignità umana.  La sua forza d’animo, la sua coerenza e la sua autoconsapevolezza sono rafforzate anche dal rapporto davvero significativo che ha con la nonna, donna altrettanto libera e brillante. Il viaggio esistenziale di Marjane è fisico, emotivo e spirituale: dalla sua infanzia turbolenta a Teheran al suo esilio in Europa, affronta sfide, gioie e dolori che plasmano la sua crescita e la sua comprensione del mondo.
 
Attraverso uno stile di animazione unico e coinvolgente, il film cattura l’essenza dell’esperienza di Marjane, portandoci in un viaggio emozionante tra passato e presente, tra speranza e disperazione.
La narrazione di Persepolis ci getta nel cuore delle lotte e dei trionfi di Marjane; attraverso le sue esperienze, il film mette in luce le difficoltà e le contraddizioni della vita delle donne in Iran, ma anche la loro forza e la loro determinazione nel resistere alle pressioni sociali e politiche. Marjane vive questa situazione con resilienza, coraggio e speranza, lottando contro le restrizioni imposte dal nuovo regime, che limitano le sue libertà personali e la sua espressione individuale.
 
Grazie a questo progetto, che ha unito l’apprendimento alla passione per il cinema, gli studenti hanno avuto l’opportunità di esplorare complesse tematiche, come le sfide della crescita, la lotta per la libertà e l’identità, aprendo finestre su culture e realtà lontane dalle loro esperienze quotidiane. 
Guidati dalle prof.sse S. De Cinque e G. Santangelo, insegnanti appassionate e impegnate, gli studenti hanno analizzato la trama avvincente del film, esplorando il contesto storico e culturale dell’Iran e aprendo dibattiti stimolanti su questioni di genere, religione e politica.
 
La proiezione di Persepolis non è stata solo un momento di intrattenimento, ma un’opportunità per un apprendimento profondo e significativo che ha stimolato la riflessione critica e la consapevolezza sociale. Ma l’esperienza non si è limitata alla visione, gli studenti hanno portato avanti discussioni animate in classe, esprimendo opinioni, condividendo esperienze personali e sviluppando una maggiore comprensione delle sfide che molte persone affrontano nel mondo.
Oltre a fornire un’esperienza di apprendimento coinvolgente, il progetto ha anche aperto le porte a una maggiore empatia e comprensione tra gli studenti, creando legami di solidarietà che vanno oltre i confini delle aule.
 
Ora, come ragazza musulmana, osservo con attenzione la situazione delle donne in Iran, un paese che oscilla tra le rigide restrizioni del fanatismo religioso e la lotta per la libertà individuale. Nell’iridescente mosaico della mia fede, rifletto sulla tragica realtà che si svolge oltre i confini a me familiari, dove il velo dell’oppressione soffoca il respiro delle donne. Le donne iraniane affrontano quotidianamente sfide legate a norme sociali e culturali che limitano la loro libertà e autodeterminazione.
La loro situazione e il fanatismo religioso suscitano in me una profonda riflessione su come la mia fede e la mia identità si confrontano con le realtà complesse di questo paese.
 
Il fanatismo religioso in Iran si manifesta attraverso leggi e norme che impongono alle donne restrizioni sull’abbigliamento, la mobilità e la partecipazione politica. Queste regole, spesso giustificate con un’interpretazione rigida della religione, costituiscono una forma di oppressione che limita gravemente le opportunità e la dignità delle donne.
E’ importante, però, sottolineare che il fanatismo religioso non è una caratteristica intrinseca dell’Islam, ma piuttosto una distorta interpretazione della fede che viene strumentalizzata per fini politici e sociali. 
Osservare le restrizioni imposte alle donne in Iran mi spinge a interrogarmi sulle interpretazioni estreme della religione e sulle mistificazioni delle sue principali dottrine di compassione e equità.
Purtroppo, però, questo fanatismo ha contribuito a diffondere una narrazione aberrante dell’Islam come religione di violenza; perciò, trovo fondamentale riconoscere questa distorsione e impegnarsi nella promozione di un’interpretazione autentica e pacifica dell’Islam, basata sui suoi valori fondamentali di pace, giustizia e rispetto per la dignità umana.
 
In conclusione, come musulmana e come ragazza, ma soprattutto come essere umano mi sento chiamata a essere solidale con le donne iraniane e con tutte le donne, indipendentemente dalla loro provenienza o religione, che lottano contro il fanatismo e l’oppressione per i propri diritti e la propria dignità in contesti così ostili.
Le loro storie di resilienza e determinazione sono fonte di ispirazione per me e mi spingono a riflettere sul mio ruolo, e quello di altre milioni di ragazze, nel sostenere le cause della giustizia e dell’emancipazione delle donne ovunque nel mondo.
 
Hiba Nadir