La meraviglia della conoscenza

È contagioso l’entusiasmo di Lorenzo Luciani, alunno della classe II QL, Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Quadriennale, del II Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta. Il libro, prezioso scrigno di conoscenza, può celare meravigliose sorprese che possono essere condivise con gli altri. Una magica catena, veicolo di preziosa conoscenza. 

Prendendo ispirazione dai pensieri filosofici dell’antica Grecia ed in particolare dalle parole di Aristotele, ossia “la filosofia nasce dalla meraviglia”, siamo indotti a fare alcune riflessioni. Noi, esseri umani, siamo mossi fin dalla nascita dal desiderio di conoscere, di assimilare esperienze, di poter esprimere le nostre sensazioni, ciò non rappresenta altro che la sublime meraviglia descritta dal filosofo. Ed è questo desiderio perpetuo che fino all’ultimo attimo ci rende delle spugne.

Cominciamo la nostra vita come esseri vuoti e pian piano ci costruiamo uno scheletro fatto di parole, composto dal nostro linguaggio. Possiamo calcificarci grazie a tutti i luoghi che visitiamo, le persone che frequentiamo, ma soprattutto grazie ai libri. È dal momento in cui incontriamo un libro che ci accorgiamo che esso è ciò che più si avvicina ad un vero e proprio maestro. Contiene conoscenza, esperienze e sensazioni in una miscela perfetta, ed è pronto ad offrircele volendo in cambio solo la riconoscenza. Per essere riconoscenti verso un libro bisogna incontrarlo davvero.

Nella mia vita ciò è accaduto abbastanza recentemente. Quell’attimo è inconfondibile. Si prende il libro, ci si siede e si promette di concedere la nostra attenzione ad esso, la voglia di carpire ogni  sfaccettatura, il desiderio di conoscere. Immediatamente ci si sentirà incatenati al nostro maestro che continuerà a raccontarci la sua storia, che adesso è diventata un po’ anche la nostra. È solo così che si può capire perché le parole sono la nostra materia prima. Quando si termina di leggere un libro ci si sente completi, colmi di quelle sensazioni, quelle trasmesse a noi durante la lettura, e che ci fanno sentire sazi. Il nostro scheletro si è rinforzato ed ha sicuramente immagazzinato nuove parole, ma è solo riconoscendo che è merito del libro se adesso siamo riusciti a nutrire lo spirito e potremo condividere con gli altri le nostre conoscenze. D’altronde, come insegna la storia, il sapere è scambio: i maggiori sviluppi delle società passate sono avvenuti proprio quando hanno esse incontrato nuovi popoli. Anche se spesso i metodi di approccio utilizzati hanno portato solo alcune acquisizioni o al contrario, unicamente a delle imposizioni, è proprio a causa della mancanza di riconoscenza se si sono formati degli squilibri. Il desiderio, ed in particolare quello di conoscenza, è quindi una forte forza di attrazione che però necessita di essere coscienziosa; bisogna padroneggiare il desiderio e renderlo uno strumento per far risplendere la nostra natura fatta di parole.

Forse è proprio per questo che alcuni libri sono destinati a rimanere per sempre sul loro scaffale. Non meritano di allinearsi con noi, di far parte della nostra vita, o magari non siamo ancora pronti a dare loro una possibilità. Oppure, infine, sono destinati ad altre persone, facendo entrare in gioco anche la materialità che per una volta ha l’onore di poter essere d’aiuto all’anima. Quel libro che tanto disprezziamo possiamo regalarlo a qualcuno, cominciando un processo di condivisione che non terminerà mai. Quel singolo gesto alimenterà, anche se passivamente, il desiderio di centinaia, o addirittura migliaia di persone, permettendo anche a loro di prendere parte alla meraviglia della conoscenza. Essa, quindi, è tale perché, come abbiamo visto, incide in ogni nostro aspetto e ha quasi un potere magico. Non solo ci nutre di sapere e quindi di esperienze ma accresce in maniera esponenziale la nostra voglia di desiderare e di andare in cerca di parole.

Lorenzo Luciani 2QL