Accordi tra arte e Natura

Il progetto “accordi tra arte e natura” vede protagonisti i ragazzi del Polo Liceale Mattioli, la Cooperativa Archeologia e lo staff dei Musei civici di Palazzo d’Avalos.

L’esperienza comincia con la descrizione del Palazzo e della sua storia: inizialmente trasformato in residenza dal capitano di Ventura Giacomo Caldora per poi passare ai d’Avalos. 

Chi erano i d’Avalos?

Stirpe di origine spagnola, arriva a Vasto nel 1496, per rimanervi per circa tre secoli, fino al 1806. Risultava molto difficile trovare i padroni di casa nel palazzo, dal momento che erano grandi combattenti e viaggiatori, in più, il palazzo  era una sorta di “residenza estiva”. Nonostante ciò, la famiglia rivestì un ruolo centrale nel suo arricchimento architettonico, così come della città. 

Palazzo d’Avalos

All’esterno si presenta come una maestosa struttura residenziale, alla destra della quale si può notare un cancello che separa dagli incantevoli e famosissimi giardini, in origine dei semplici orti coltivati che oggi si presentano dotati di una flora che diventa sempre più varia anche grazie agli enti che desiderano riportare l’area verde al suo antico splendore. Osservando con attenzione l’esterno della residenza è possibile notare come, con i vari restauri, siano state riportate alla luce alcune strutture e dettagli architettonici quali elementi decorativi, finestre, bifore e persino l’esterno di quello che probabilmente era un bagno dell’epoca. 

Dopo le prime nozioni generali, i ragazzi vengono coinvolti in una visita alla prima sala del Museo Archeologico che conserva tutte le testimonianze di un territorio ricchissimo di storia, tra terrecotte e statuine di bronzo è possibile immaginare il nostro territorio secoli fa. Vengono descritte persino le origini del nome “Punta Aderci”, dal mito di Eracle.

All’interno di questa sala oggi è presente l’installazione “frammenti di vite spezzate”, una riflessione sul femminicidio un racconto muto ma assordante, l’esposizione è composta da elementi in porcellana bianca traslucida che “cadono” dal soffitto. 

 

Dal Museo Archeologico è stato possibile accedere all’esterno per vivere e contemplare lo splendore dei suggestivi giardini napoletani, parte integrante della visita guidata. Gli studenti hanno avuto modo di ammirare lo splendido cortile ricco  di vita, un posto incantato. 

La visita al palazzo si conclude con un viaggio attraverso l’arte nella Pinacoteca Palizzi che vede protagoniste le opere dei fratelli Palizzi, quattro grandi artisti che hanno rappresentato la natura in ogni suo aspetto e in tutto ciò che questa simboleggia che in rari casi viene rappresentata a stretto contatto con l’uomo che talvolta va a “rovinare” l’armonia e la perfezione del creato. 

Tra le tante opere, famosissima è il diluvio di Filippo Palizzi. Qui l’artista rappresenta la fine del diluvio universale e il movimento di tutti gli animali che finalmente posso riassaporare la propria libertà dopo il tempo passato sull’Arca, si muovono, selvaggi e controllati solamente del proprio istinto. Incredibile la maestria di Palizzi nella rappresentazione degli animali derivata dal suo studio approfondito dei soggetti; sullo sfondo l’Arca e un arcobaleno, simbolo di rinascita. Fatto curioso, manca solo un animale in questa scena sacra: il migliore amico dell’uomo .

I ragazzi si sono sentiti coinvolti ed abbracciati da Palazzo d’Avalos, dalla sua storia, dalla sua arte che si mescola alle meraviglie della natura. 

                                                                                                           Laura Del Casale

Foto di Luca Di Lello e Laura Del Casale