Un’emozione chiamata gravidanza

La nostra redazione ha deciso di fare un’indagine sulle emozioni provate da una donna durante il periodo della gravidanza e come si sentono dopo aver realizzato il loro sogno. Abbiamo scelto di intervistare una donna di mezza età per raccontarci la sua esperienza.

Buongiorno signora, come si chiama?

Giovanna.

Lei è una mamma?

Si, ho due figli: un maschio ed una femmina.

Che età hanno?

La ragazza ha sedici anni, mentre il ragazzo è più grande, ha appena compiuto venti anni.

Mi può raccontare le emozioni che ha provato nel momento in cui ha scoperto di aspettare un bambino?

Ero veramente confusa ma allo stesso tempo al settimo cielo perché da un lato avevo avuto la conferma di essere incinta, mentre dall’altro sapevo che da quell’istante a nove mesi dopo, la mia vita sarebbe cambiata per sempre.

Come ha vissuto il periodo della gravidanza?

Ho trascorso dei momenti felici perché sentivo una nuova vita crescere dentro di me ma allo stesso tempo ho vissuto momenti di tensione quando aspettavo i riscontri alle analisi e agli esami clinici di controllo previsti per verificare l’accrescimento del feto.

Le due gravidanze sono state uguali?

Sostanzialmente si, anche se quando aspettavo mia figlia ho avuto molte più nausee.

Quali sensazioni ha provato mentre partoriva?

Dolore ma tanta felicità. Ho pensato che partorire fosse l’unica cosa della vita per la quale vale la pena sopportare il dolore, infatti dopo aver partorito il mio primo figlio, nonostante avessi sofferto un po’, ho subito desiderato di avere un altro figlio, desiderio che, con grande gioia, si è concretizzato circa tre anni dopo con la nascita di mia figlia.

Anche se sono passati tanti anni ed i miei ragazzi sono cresciuti, il mio senso di protezione mi fa agire nei loro confronti come se fossero ancora piccoli. È bello vedere nei figli qualcosa di noi stessi.

Il suo racconto è stato molto toccante, la ringraziamo per il contributo.

Grazie a lei per avermi dato la possibilità di esporre il tutto, buon lavoro.

 

di Jamila Rispoli