LA MEMORIA CORTA. Il rifiuto di una sofferenza nota

Se cerchiamo la definizione della parola “immigrazione” nel dizionario troviamo esattamente:

-L’insediamento e la permanenza con carattere temporaneo o definitivo in un luogo, di persone provenienti dall’estero o da altre zone del territorio nazionale in cerca di lavoro o di miglioramento economico.–

Di fatto, il fenomeno dell’immigrazione è sempre esistito. Sin dal Neolitico gli spostamenti dei gruppi umani, in cerca di migliori condizioni climatiche o ambientali, ha permesso il popolamento di tutti e cinque i continenti e ha determinato la nascita delle varie civiltà e culture.

Oggi i flussi migratori sono causati da ragioni politiche come le guerre, le persecuzioni, le lotte religiose, oltre che da antiche questioni economiche che spingono interi gruppi umani sovrastati dalla sofferenza e dal bisogno di realizzare un miglioramento delle proprie condizioni di vita.

Lasciare la propria patria sognando una vita migliore è difficile e sicuramente genera dolore, ma è necessario per salvarsi.

I flussi migratori più recenti hanno determinato una forte reazione dei paesi ospiti che, pur dotati di ricchezze e di opportunità sufficienti per i propri cittadini e per i migranti, vedono nell’arrivo di stranieri in cerca di ristoro il pericolo di disordini sociali, delinquenza, dissidi ideologici e religiosi.

La condizione del migrante è parte della nostra storia, anche noi cercavamo un benessere che, nella nostra terra non riuscivamo a raggiungere e anche i nostri padri hanno subito le mortificazioni e le chiusure che oggi noi rivolgiamo ai “nuovi” migranti.

Basterebbe riattivare la memoria per non cadere negli stessi errori e scoprire il valore semplice e umano dell’accoglienza.

Un gruppo di immigrati ammassati in un barcone sul mar Mediterraneo.

Un gruppo di immigrati italiani negli anni del secondo dopoguerra.

 

Valerio Ganazzoli

I C. Giotto Cipolla

III F