Scuole e periferia: cosa si può fare?

di Lorenzo Giors 1B

Le periferie, in particolare quelle delle grandi città, sono spesso luoghi degradati e le persone che ci vivono si trovano in una situazione di disagio, sia dal punto di vista urbanistico (principalmente a causa dell’assenza di spazi di incontro e di svago dovuti alla costruzione di grosse case popolari), funzionale (scarsità di collegamenti con il centro cittadino), sociale (anche per la mancanza di spirito positivo di comunità) ed economico. Un problema importante è anche quello del prematuro abbandono scolastico da parte di molti ragazzi, probabilmente dovuto alla insufficienza di scuole (in particolare di grado superiore) o per la disorganizzazione delle poche presenti. Spesso i genitori sono, inoltre, poco scolarizzati, molto impegnati in un lavoro poco redditizio che li costringe a orari prolungati, e di conseguenza i bambini sono lasciati molto di più a loro stessi. In alcune realtà, ancora più gravi, la presenza di malavita organizzata può indurre i ragazzi ad abbandonare gli studi per il miraggio di un guadagno più facile.

Come già molte associazioni fanno, è importante innanzitutto fornire un aiuto psicologico alle famiglie, soprattutto all’interno della scuola con gruppi di discussione e incontri anche individuali, per aiutarle a comprendere meglio l’importanza di una buona istruzione, in particolare oggi. Spesso, infatti, i genitori, avendo essi stessi carenze culturali, non danno importanza allo studio dei figli. In situazioni peggiori, è anche opportuno tentare di risolvere problematiche come la violenza domestica e la dipendenza da alcool e gioco d’azzardo. Anche i professori necessitano di aiuto e in particolare di una formazione adatta, pertanto sarebbe opportuno attivare dei corsi di aggiornamento seguiti da educatori specializzati nel rapporto con bambini derivanti da realtà problematiche, sempre in considerazione del fatto che la figura del professore può essere un punto  di riferimento, se non l’unico, per l’allievo. Per quanto riguarda gli studenti è innanzitutto utile aumentare il legame tra essi,

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per esempio costruendo palestre attrezzate all’interno degli istituti, con il contributo statale, o facendo intervenire associazioni sportive e  polisportive che permettano ai ragazzi di apprendere diverse attività, in particolare di squadra al fine di sviluppare il concetto di comunità, gruppo e famiglia.

Oltre alle lezioni comprese nel normale orario scolastico, si potrebbero creare corsi extra-scolastici con l’appoggio di associazioni onlus per permettere ai ragazzi di sviluppare i loro interessi in ambiti come la musica, l’arte, la letteratura e molto altro, da effettuare eventualmente presso le associazioni stesse. Per di più sarebbe opportuno favorire le uscite scolastiche, sempre in collaborazione con associazioni specializzate anche per supportare determinate responsabilità prese dai docenti, al fine di visitare musei, luoghi di interesse e monumenti o per assistere a spettacoli teatrali. Anche le gite al di fuori della città sono molto importanti, poiché permettono agli alunni di recarsi in luoghi che altrimenti non vedrebbero (a causa della loro condizione economica), suddividendole in gite ludiche e formative. Si potrebbero inoltre fornire libri, chiedendone la restituzione a fine periodo scolastico per poterli riutilizzare negli anni successivi e incoraggiandola con incentivi anche valutativi, e articoli di cancelleria per permettere agli studenti provenienti da famiglie poco abbienti di fruire del materiale necessario ad affrontare l’anno scolastico. In conclusione, il punto su cui bisogna focalizzarsi è l’alunno e l’obiettivo della scuola deve essere quello di poter fornire a ognuno le stesse possibilità per il futuro, senza che la situazione di un individuo, per quanto disagiata possa essere, diventi un ostacolo.