Città e periferia  da sempre  due mondi  a confronto.

di Simone Maragliano, I B

A tutti è capitato almeno una volta nella vita di chiedersi se sia meglio vivere in centro città oppure nella sua periferia .

Ovviamente la risposta dipende da molti fattori ma certamente, almeno dal punto di vista culturale  e artistico la vita in centro offre  più occasioni  per imparare a conoscere e vivere  l’arte e la cultura  in ogni sua forma e  di conseguenza poter poi realizzare le  proprie capacità e attitudini.

In città’ ogni giorno si ha la possibilità di assistere a spettacoli teatrali,  cinematografici o musicali, andare a mostre di arte, partecipare a corsi o convegni e molto altro, una lista che potrebbe veramente essere interminabile.

Anche solo camminare con il naso all’insù in una grande città, in un centro storico  tra i suoi palazzi e monumenti è cultura.

In generale l’offerta formativa  e dei servizi scolastici,  culturali e artistici  è una delle variabili principali  tra città e periferia, soprattutto in Italia, dove le differenze geografiche, economiche o sociali creano delle grandi disparità, che possono avere conseguenze  negative sulla qualità della  vita.

Ad esempio la  nostra bellissima città, Genova, benché  non  sia di certo una metropoli, offre  un’ottima offerta formativa  e molte occasioni culturali ed educative tra cui il festival della scienza, i Rolli days,  il salone dell’orientamento, oltre a diversi teatri e cinema  con circuiti dedicati alla scuola, mostre d’arte, corsi e laboratori spesso organizzati dalle scuole  e molto altro.

Il tutto alla portata di tutti e  senza lunghi spostamenti.

Ma qual è la situazione nella nostra o nelle altre periferie?

Non necessariamente  fuori dalla città  si vive male, anzi, ma certamente dal punto di vista culturale e artistico ci sono meno occasioni e opportunità.

La situazione di disuguaglianza educativa nelle  periferie  è  un problema molto triste  perché coinvolge  il futuro di bambini e ragazzi che hanno la sfortuna di abitare  in un posto anziché in un altro.

Proprio per evitare queste disuguaglianze  lo Stato cerca di intervenire per rinnovare la periferia sia dal punto di vista architettonico che sociale e per offrire anche in questi territori occasioni di sviluppo culturale e formativo.

Non solo lo Stato ma anche le scuole e la comunità stessa delle periferie dovrebbero attivarsi per eliminare queste disuguaglianze ad esempio favorendo le  attività culturali all’interno delle scuole, dedicando  degli spazi al teatro, alla musica,  organizzando corsi accessibili a tutti.  

Andrebbero  promosse le  attività culturali  nei parchi oppure nelle biblioteche coinvolgendo non solo le istituzioni ma anche gli abitanti  e  i soggetti privati locali che le potrebbero sponsorizzare magari con l’aiuto di personaggi famosi nati in quella periferia.  

Bisogna saper sfruttare le risorse storiche del territorio per promuovere la cultura e la storia, ad esempio in Liguria sono state aperte al pubblico le cave di ardesia, le miniere di  manganese, l’acquedotto storico.  

E’ necessario coinvolgere gli studenti in tutti questi progetti per promuovere la cultura e il territorio perché come ha detto  Renzo Piano  ‘La periferia è una fabbrica di idee, è la città del futuro’