Un albero contro la solitudine

Da quando è stata proclamata la pandemia tutti ci siamo trovati distanti un metro e ottanta dall’altro, chiusi nelle nostre case. Se molti hanno trovato difficoltà a relazionarsi con la propria famiglia a causa della convivenza non più ridotta ai singoli pasti e a quelle due ore la sera sul divano, alcuni, soprattutto al nord dove le famiglie numerose sono più rare, si sono ritrovati totalmente soli. Ciò ha chiaramente danneggiato la salute psicologica di numerose persone, che nel silenzio dei propri domicili si sono sentite private di uno degli aspetti più sottovalutato nei rapporti umani: il contatto.
Per questo l’Islandic Forest Service (IFS) ha consigliato hai cittadini che più soffrivano l’isolamento di passare almeno cinque minuti al giorno ad abbracciare gli alberi, così da “mettere in quarantena la solitudine”. Tutte le foreste islandesi sono state lasciate aperte e i percorsi della foresta nazionale di Hallormstad, una delle più grandi riserve del mondo, sono stati ripuliti a fondo per consentire ai visitatori di passeggiare in sicurezza e trovarsi il proprio albero nell’osservanza del distanziamento sociale. La proposta, per quanto bizzarra, è stata accolta da molti con entusiasmo, tant’è che su instagram sono comparsi gli hasthag #knusumtre #hugatree e #treehugging e tutte le foto sono poi state caricate anche sul sito dell’ IFS.
D’altra parte questa pratica ha già un nome, “silvoterapia”, oltreché numerosi studi a riguardo dei quali il più antico, risalente al 1927, afferma che si basi sul secolare rapporto di dipendenza fra uomo e natura; solo negli anni trenta però la silvoterapia si è diffusa in ambito medico, grazie soprattutto alla balneoterapia, ovvero il soggiorno nei luoghi boschivi per i malati di tubercolosi che nell’aria decontaminata lontano dalla città trovavano un parziale sollievo. La silvoterapia è dunque una vera è propria metodologia terapeutica e pertanto consisterebbe non solo nel semplice atto di abbracciare l’albero, ma anche in esercizi fisici elementari tratti dallo yoga, così da diminuire lo stress, l’ipertensione e l’insonnia.
Oltre agli sloveni comunque, anche i giapponesi cercano i benefici psico-fisici nei boschi con lo Shinrin-yoku (letteralmente “bagno nella fresta”), antica pratica del periodo edo che professa un immersione totale nella foresta. Tant’è vero che esiste un “silvo-turismo” a Misugi, in un piccolo villaggio nella valle di Tsu, dove insieme a guide esperte, attraverso passeggiate, meditazioni e stretching, si può entrare in pieno contatto con la natura e ritrovare la propria energia.
“Quando abbracci un albero, lo senti prima nelle dita dei piedi, poi su per le gambe e nel petto e poi in testa” ha detto Finòr Porfinnsson, responsabile forestale dell’Islanda orientale all’emittente pubblica Ruv “è una meravigliosa sensazione di relax e ti prepara a un nuovo giorno e a nuove sfide”; poi ha aggiunto un consiglio su come sceglier il proprio albero, perché qualsiasi tipo o dimensione può essere quella giusta, ma mai andare con la prima betulla che capita.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze