Disabilità e buona scuola: tra di noi non può funzionare

Con l’entrata in vigore della Legge 107 (Buona Scuola) il MIUR definisce i lineamenti per la realizzazione dei percorsi formativi previsti.

In questa guida operativa viene prestata particolare attenzione all’attività di alternanza scuola-lavoro.

Questa realtà diviene costitutiva con lo stanziamento di 100 milioni l’anno, viene inoltre stabilita una “Carta dei diritti e dei doveri dello studente in alternanza scuola-lavoro”. Il provvedimento prevede il raggiungimento di almeno 400 ore di alternanza per gli istituti tecnici o professionali e 200 per i licei, da conseguirsi nell’ultimo triennio previo superamento di un corso di formazione sulla sicurezza (secondo i canoni del D.lgs 81/08) con relativo test di verifica.

Il primo nodo al pettine viene quando studenti con disabilità si trovano a dover affrontare questi test improponibili per le loro capacità. Molti docenti di sostegno si trovano ad un bivio: superare loro il test per i propri alunni o non assumersi alcuna responsabilità prevenendo possibili incidenti. Le scuole hanno molta difficoltà ad attivare i percorsi di alternanza diversificati, dando origine ad un fenomeno di reclusione dove gli studenti portatori di disabilità si ritrovano a dover rimanere in classe e nel migliore dei casi lavorare nelle eventuali aziende o laboratori presenti nei propri istituti. Sembrano perciò decaduti i principi di inclusione e valorizzazione delle singole capacità, ottenuti attraverso un lungo percorso iniziato dai padri costituenti. Infatti la legge 107 non fa alcun riferimento agli alunni diversamente abili, facendo così rimanere le scuole, i docenti di sostegno, le strutture ospitanti che hanno difficoltà ad accogliere ragazzi con varie problematiche, in uno stato di confusione generale. Certo è che le scuole devono evitare qualsiasi esonero o esclusione per questi ragazzi, forti della consapevolezza che è la scuola la prima istituzione a favorire la concretizzazione di valori etici e morali quali  l’inserimento sociale di ragazzi con numerose difficoltà, ma non per questo incapaci di vivere la quotidianità dignitosamente.

Mattia Fanfoni 4Apt