Intervista a Ivano Michetti dei Cugini di campagna

Come hai capito che la musica era ed è la tua passione?

Beh, mio padre aveva una chitarra, e da piccolo mi divertivo a suonarla. Ero bravino quindi chiesi se potessi fare la scuola di chitarra. Fu così che iniziò a piacermi la musica.

Bene, come hai conosciuto i tuoi colleghi?

Allora, uno è mio fratello gemello, Silvano Michetti. E i vari componenti, alcuni amici con le mie stesse passioni, altri da provini.

Com’è nata l’idea di fondare un gruppo con te e tuo fratello?

L’idea fu di mio fratello, Silvano. Ci trovarono, per dire, due discografici Bruno Zambrini e Gianni Meccia. Inizialmente le cose non andarono molto bene, però poi il successo, fra le altre, di Anima mia ci ha fatti conoscere.

Cosa intendi per “inizialmente le cose non andarono bene” ?

Eh, iniziammo a fare musica sotto attenta osservazione dei discografici. Cioè ci avevano chiamato “Agreste” e messi a fare canzoni come Il ballo di Peppe. Ci definivano un Sodalizio musicale. E nel primo periodo le canzoni che facevamo non andavano.

Finora avete scritto 19 dischi, non avete mai avuto una sorta di blocco dello scrittore?

Sì sì, ci sono stati periodi in cui ci era un po’ difficile trovare un tema. Ma con quattro cervelli alla fine qualcosa si è sempre tirato fuori. Però sì, periodacci ci sono stati.

C’è un argomento in particolare che vi motivava a scrivere di più fra gli altri argomenti?

L’amore. L’amore ci ha sempre dato tanta ispirazione. È accaduto anche a volte che frasi che altri proponevano non piacevano a me e viceversa, ma alla fine abbiamo trovato un accordo.

Bene grazie mille per il suo tempo. Vuole lasciare una frase ad effetto nell’articolo?

Sì, un messaggio specialmente rivolto a voi giovani. Credete sempre in quello che fate, che di periodi brutti ne verranno ma altrettanti belli ce ne saranno, e sono quelli che rimangono.

Tiziano Magi III G