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Il Laboratorio di cartapesta dei quattro autistici #gattistanchi

Ogni Lunedì pomeriggio, ospitati dall’Associazione Come un Albero. Casa Museo dello sguardo sulla disabilità, si incontrano quattro ragazzi autistici con la passione della fotografia, tre dei quali sono studenti del Liceo Artistico ‘Ripetta’. Insieme a loro ci sono: una storica dell’arte che si occupa di didattica speciale, un maestro francese che insegna a tutti l’arte della cartapesta, un artista che viene da lontano e che da poco frequenta il terzo anno proprio del Liceo Artistico ‘Ripetta’. Ad essi si unisce anche un tecnico dell’analisi del comportamento (Aba/VB) a sua volta poeta, artista e performer.
Il gruppo costituito da Anna Maria, Yves, Marco, Mevlan detto Loni, Leonardo, Tommy, Alberto e Federico, si riunisce per il piacere dell’interazione e dello scambio: amicizia, tempo, esperienza e creatività. I nostri non sono mai soli perchè sono molti i compagni di classe e gli amici che vengono a trovarli.
Gli uni imparano dagli altri in un gioco di reciprocità che sembrerebbe soddisfare tutti. Siedono attorno ad un tavolo, pasticciano con acqua, carta e colla e producono cartapesta in gran quantità, fanno foto e video, chiedono di fare merenda e, spesso, di soppiatto la sottraggono dalla vetrinetta in bella mostra del Bistrot sociale che gli accoglie

Non tutti, nel gruppo, hanno la possibilità di esprimersi con la voce e, forse, non è neanche necessario così si evita che la parola prenda il sopravvento sugli altri modi di relazionarsi e comunicare che, attorno a quel tavolo, sono davvero tanti: le espressioni dei volti, l’attenzione congiunta, il gioco di sguardi, la posizione del corpo, il tatto. I quattro ragazzi autistici, infatti, imparano con le mani a percepire l’ elasticità della cartapesta, scoprono, poco a poco, le potenzialità di una materia duttile e le forme, già in nuce, in essa contenute e le fanno nascere sperimentando la manipolazione.
La sfera è stata la prima forma ad essere modellata, archetipo generato dalle mani che impastano, trasformano, accarezzano, rifiniscono.
Sferoidi di ogni dimensione che, una volta essiccati, vengono rifiniti con cura e con estrema pazienza, con la carta abrasiva e, successivamente, dipinti.
La stella, ben più complessa, è nata dalla manipolazione della sfera fatta allungare sul piano del tavolo, come se si arrotolasse la pasta per fare i biscotti. La stella è composta da cinque bastoncini che si incrociano in un punto al centro e che deve essere appiattito con le mani. Stelle che, a volte, sono quasi farfalle ed altre volte, possono diventare perfino tartarughe.

Siamo solo all’inizio ma è un bell’inizio, gioioso e gratificante per tutti, elogiativo della lentezza e della consapevolezza del qui ed ora.
E’ un viaggio che abbiamo deciso di fare insieme per la sola ragione del viaggio: viaggiare.
Il progetto, iniziato nell’Ottobre dello scorso anno, nasce intorno all’arte ed ai suoi linguaggi, da un’idea della storica dell’arte del gruppo per creare inclusione ma, soprattutto, trasformazione: l’arte al centro dell’esistenza di una piccola comunità di pratica; l’arte per tutti, sia per far emergere identità creatrici, sia per creare riconoscimento sociale, riscatto, valorizzazione.
Inoltre, siccome i nostri quattro autistici #gattistanchi sono anche gli storici protagonisti di #AutobiografieFotografiche , il laboratorio di fotografia digitale e videoarte per l’inclusione dell’autismo a scuola narrato nel film di Federico Triulzi ‘Click! Autobiografie Fotografiche’ ed ora trasformato in progetto di alternanza scuola lavorodel Liceo ‘Ripetta’, ecco che camera e video, non potevano non diventare i dispositivi per entrare in questo luogo di interconnessione, per narrarne le storie e fare autobiografia lasciando tracce e creando memorie.

Non solo: Mevlan Mjeshtri detto Loni, l’artista che viene da lontano, per la precisione dall’Albania, ha lasciato il proprio paese ed ha scelto l’Italia proprio per studiare l’arte ma, soprattutto, per scambiarla.
I quattro autistici fotografi, invece, hanno imparato ad appropriarsi del mondo attraverso i loro sguardi fattisi, via via, sempre più prensili e, guarda caso, il loro primo maestro era stato un giovane fotografo emigrato dalla Costa d’Avorio e molto apprezzato per il suo lavoro: Mohamed Keita.
Il gruppo crea insieme il proprio percorso mentre è il desiderio a costituire il progetto di sè ed a proiettare tutti oltre, nello spazio dell’altrove. E’ il desiderio che, come l’arte, muove energie e si configura come un’ineguagliabile ed inesauribile riserva che genera benessere.
Il gruppo progetta e si sperimenta entro uno spazio di condivisione e aggregazione sociale, e lo scambio avviene dall’incontro tra mondi. Un incontro che contribuisce a creare inclusione ed a valorizzare culture cosiddette altre: quella della neurodiversità e del mondo della migrazione, entro un nuovo spazio di convivenza tra differenze per promuovere sinergie artistiche anche con altri soggetti del territorio affinché, dal chiuso del laboratorio di cartapesta, i #gattistanchi possano diventare protagonisti ed aprirsi a sempre nuove esperienze.

Anna Maria Piemonte

Insegnante di Storia dell’Arte del Liceo Artistico ‘Ripetta’

Photographer Marco Cioffi