La Costituzione tradita

RIAMMISSIONE DEL SALUTO ROMANO “COMMEMORATIVO” E FASCISTI CHE CORRONO ALLE ELEZIONI. ECCO COSA RIMANE DEI PRINCIPI COSTITUZIONALI ANTIFASCISTI.

di Mattia Gabella

Il 20 febbraio 1980 moriva il diciannovenne Valerio Verbano, militante di Autonomia Operaia, barbaramente assassinato davanti agli occhi della madre impotente. I sicari, presumibilmente legati ad organizzazione fasciste operanti nel Lazio, non furono mai identificati. A 20 da quei tragici fatti la Corte di Cassazione ha definitivamente assolto due manifestanti che risposero con il saluto romano alla “chiamata del presente” durante una cerimonia di commemorazione svoltasi a Milano nel 2014 organizzata da Fratelli d’Italia. Continua così il processo di pulizia di facciata delle organizzazioni nostalgiche, che avranno le loro rappresentanze anche alle prossime elezioni del 4 marzo grazie alla candidatura di Casapound Italia.

Proprio durante la presentazione della lista elettorale di Casapound, presieduta dal leader Di Stefano e tenutasi a Torino, il reparto celere della Polizia di Stato ha combattuto strenuamente, con idranti e scudi romani, per respingere i cortei antifascisti che cercavano di raggiungere l’hotel dove si stava svolgendo la cerimonia, con l’intento di interromperla. Sono stati fermati almeno due manifestanti, che parrebbe abbiano lanciato bombe carta all’indirizzo della polizia schierata in tenuta antisommossa, mentre sei agenti sono stati feriti in modo lieve. La presentazione, oltre a generare le violenze di strada, ha attirato su di sé molte altre critiche, comprese quelle del presidente del sindacato di polizia Daniele Tissone che ha denunciato come siano da molto tempo ignorati gli allarmi sui sempre più attuali rigurgiti fascisti. La presentazione alle elezioni rappresenta anche l’atto conclusivo della pulizia di facciata da parte di un partito che fino a pochi anni fa era sospettato di organizzare vere e proprie aggressioni fasciste e che oggi viene ammesso alle elezioni nell’illusione che abbia cambiato atteggiamento nei confronti delle istituzioni democratiche.

Pochi giorni prima di questi aspri scontri per le vie torinesi la Corte di Cassazione ha permesso ai neofascisti di fare un ulteriore passo in avanti verso la normalizzazione della loro ideologia malata. Il saluto romano non è più reato se effettuato per scopi “rievocativi”. I due manifestanti che risposero con il braccio teso alla “chiamata del presente” sono stati completamente assolti poiché il reato non sussisterebbe. La Suprema Corte ha infatti interpretato a suo piacimento la legge Scelba (legge riguardante i reati di apologia del fascismo), sostenendo che la manifestazione durante la quale è accaduto il fatto, svoltasi quasi quattro anni fa a Milano in memoria di tre militanti fascisti, non era contraria ai nostri principi costituzionali e non mirava alla riorganizzazione del PNF. La sentenza non ha nemmeno preso in considerazione i vari simboli neonazisti, come le croci celtiche, presenti nonostante gli ammonimenti a riguardo da parte della questura.

Queste decisioni, che sono estremamente contrastanti con i principi base della nostra costituzione e che sembrano tradire chi la costituzione l’ha scritta con lo scopo ben preciso di evitare di ricadere nella spirale di violenza che ha caratterizzato il “ventennio”, non fanno altro che dare maggiore forza e determinazione a fazioni politiche che non meno di qualche anno fa non avrebbero nemmeno preso in considerazione l’eventualità di candidarsi alle elezioni o di venire allo scoperto con tale determinazione. Nella nottata del 21 febbraio, ad esempio, due militanti di Potere al Popolo, lista che rappresenterà la sinistra tradizionale alle imminenti elezioni, sono stati accoltellati a Perugia mentre erano intenti ad affiggere manifesti. Fatti simili sono avvenuti anche due mesi fa quando alcuni skinheads hanno fatto irruzione in una sede pro-migranti interrompendo la seduta e costringendo i presenti ad ascoltare i loro proclami. Questi rappresentano solo i fatti più eclatanti di una lunga serie di azioni antidemocratiche caratterizzanti i tempi più recenti e se non saranno le istituzioni a fermare questa nuova ondata di nostalgismi bisogna che la risposta sia univoca da parte della popolazione, a costo di scontrarsi con le istituzioni stesse, con la speranza che magari esse si risveglino dal loro torpore e prendano atto di ciò che sta succedendo nel nostro Paese.