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Domande alla docente Rosanna Iannarilli dell’istituto A. Avogadro

  1. Da quanti anni insegna?

“Sono 21 anni che insegno.”

  1. Perché ha scelto questo mestiere?

“Ho scelto questo mestiere perché era uno di quelli che comunque mi piaceva fare, ho fatto il concorso mentre ero all’Istituto Superiore di Sanità e poi ho superato il concorso, mi hanno chiamato e ho iniziato a insegnare.”

  1. Che metodologia usa per insegnare?

“È una metodologia sostanzialmente tradizionale, e quindi fondamentalmente spiegazioni e lezioni frontali.”

  1. Come reputa i programmi ministeriali? Pensa che potrebbe essere necessario introdurre delle modifiche per migliorare l’apprendimento della materia?

“I programmi ministeriali li reputo attualmente con la nuova normativa non idonei, nel senso che secondo me forse era meglio il vecchio ordinamento che consentiva di concentrarsi ogni anno su un’unica materia, adesso si spezzetta il programma su più materie, quindi potrebbe essere necessario, sì, introdurre delle modifiche per migliorare l’apprendimento della materia, questo sì.”

  1. Nel corso di questi anni ha notato una differenza di apprendimento fra gli studenti di diverse generazioni? In che direzione?

“Direi proprio di sì, sostanzialmente credo ci sia un peggioramento nell’apprendimento da parte degli studenti perché c’è una minore concentrazione, mi viene, mi viene da pensare questo.”

  1. Nota una differenza di genere a livello di interesse e approccio alla materia?

“Sì, mi viene spontaneo pensare che le ragazze hanno un interesse maggiore rispetto ai ragazzi.”

  1. Che percentuale dei suoi studenti ha scelto un indirizzo legato alle sue materie di insegnamento?

“Beh, diciamo un buon 50%.”

  1. Come intende lei il ruolo di insegnante?

“Allora io intendo come ruolo di insegnante non solo quella di trasmettere le discipline oggetto del mio insegnamento, oggetto stretto del mio insegnamento, ma anche quello di testimoniare diciamo attraverso il mio modo di vivere alcuni valori importanti, cardine per la vita di ognuno.”

  1. Quanto reputa sia importante il docente nella preparazione di uno studente? Cosa viene prima: la capacità del professore o l’interesse e l’attitudine dello studente alla materia?

“Beh, sì, sicuramente il docente è importante se riesce a risvegliare non solo la curiosità ma anche la motivazione allo studio, se riesce a dare proprio, a trasmettere fiducia in se stesso. Forse la capacità del professore prima di tutto, perché la capacità del professore può risvegliare e far scoprire eventualmente un interesse allo studente, un interesse dello studente alla materia, se il professore invece non è capace di risvegliare l’attenzione e non riesce a trasmettere l’interesse per la disciplina magari lo studente neanche si rende conto che quella disciplina potrebbe essere d’interesse per lui.”

  1. Alla luce di eventi recenti (attacchi ai docenti da parte di studenti e genitori) cosa pensa sia cambiato nella mentalità delle persone?

“Penso che non ci sia più il senso dell’autorità, è stato ucciso il Padre in questa società e come Padre intendo dire proprio il principio di autorità per cui nel momento in cui i genitori non svolgono più adeguatamente il loro ruolo e nella fattispecie il padre chiaramente non viene riconosciuta la figura del docente visto che all’interno della famiglia non viene riconosciuta la figura autorevole del padre.”

 

LUIGI