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Teacher for a Day, i nostri alunni “professori” alla scuola Marchiafava

Un interessante progetto di alternanza scuola-lavoro ha visto due allievi della 4° H linguistico in cattedra in mezzo ai bambini. Il risultato? Ecco cosa ci raccontano…

di Federico Agrifogli e Jennifer Furbetta

Di alternanza scuola-lavoro se ne fa un gran parlare e spesso in termini non troppo positivi. A volte però, quando l’esperienza è interessante e ben strutturata, i frutti si vedono, eccome

È questo il caso del progetto Teacher for a Day, ideato e fortemente voluto dal nostro Dirigente scolastico, che ha raccolto un’entusiastica adesione da parte dei ragazzi del 4° H linguistico che vi hanno partecipato. Ecco il loro racconto

Nel corso di quest’anno ho avuto la possibilità di prendere parte al progetto Teacher for a Day, racconta Federico. Questo prevedeva l’insegnamento della lingua inglese in alcune classi della scuola elementare “Ettore Marchiafava” di Fiumicino, con l’ausilio di canzoni, giochi di ruolo e numerosissimi workshop per far apprendere al meglio i nuovi vocaboli ai bambini.

Personalmente, posso dire che questa è stata la migliore attività di alternanza fatta finora. Principalmente perché grazie ad essa ho potuto mettere in pratica tutte le mie conoscenze della lingua inglese, migliorando, di conseguenza, la mia scioltezza nel parlare e la pronuncia stessa. Inoltre, preparando le lezioni da presentare in classe ho potuto dare libero sfogo alla mia immaginazione tramite attività originali e decisamente coinvolgenti, tanto che i bambini ne chiedevano il bis!

Ovviamente prima di ogni lezione un po’ di agitazione c’era sempre, ma dopo essere entrato ed accolto dai bambini stessi, tutto era già svanito! La cosa che mi è piaciuta più di tutte, però, era il ripasso della lezione precedente. Perché qui si vede la bravura nella spiegazione, anche se si trattava di cose semplici per noi, ma difficili per loro!

Essendo suddivisi in coppie, era più facile riuscire a gestire la classe e preparare lezioni ricche ed ancor più divertenti… Inoltre, sembrava che il tempo passasse molto più velocemente. Devo dire però che non è del tutto facile, come d’altronde si pensa, gestire un gruppo di venti o più bambini. Ogni tanto bisognava richiamare il silenzio, ma la cosa più importante era attirare la loro attenzione. Ed è per questo che le nostre lezioni prevedevano poca teoria, ma tantissima pratica in modo da non farli annoiare.

L’unica cosa triste di questo progetto è stato l’ultimo giorno di lezione… soprattutto quando bisognava dire ai bambini che il progetto era finito e che poi sarebbe tornato tutto alla normalità. Ma unSuper Teachersi riconosce quando riesce a mutare una situazione un po’ triste, anzi direi “drammatica”, in qualcosa di positivo. E ciò è avvenuto alla consegna dei diplomi, dove ciascun bambino ha ricevuto un certificato che attestava la partecipazione a questo progetto. Magari può sembrare un qualcosa di insignificante per noi, ma per quei bambini era la cosa più bella ricevuta in tutto l’anno scolastico.

Detto ciò vorrei ringraziare la coordinatrice del progetto, prof.ssa Piovano, le insegnanti dell’istituto Marchiafava ed anche la mia compagna di classe che ha intrapreso questo progetto insieme a me. Spero che questo genere di attività possa andare avanti nel tempo e coinvolgere sempre più “teachers”!

A Federico fa eco Jennifer, anche lei “teacher for a day”. Partecipare al progetto – racconta – è stata una grande occasione per migliorare le mie conoscenze nella lingua inglese in maniera divertente. Certo è stato impegnativo e stancante, ma i bambini hanno sempre saputo farci sorridere. Fra tutte le attività di alternanza a cui ho partecipato, questa è stata la piu seria e impegnativa come un vero e proprio lavoro. Insieme al mio compagno di classe abbiamo sostenuto lezioni interattive nelle diverse classi della scuola primaria Marchiafava. Lavorare con i bambini ci ha insegnato ad essere pazienti, sempre positivi e pronti a qualsiasi evenienza. Spero che questo progetto possa rimanere in vigore anche il prossimo anno così che altri studenti come noi ne colgano l’occasione