Come si è svolta la visita del premier etiope a Palazzo Chigi per incontrare i leader italiani e discutere di rilevanti decisioni.
Il 21/01/2019, è arrivato in visita a Roma una tra le principali cariche politiche dello stato etiope, Abiy Ahmed Ali, il primo ministro di Etiopia è giunto a Palazzo Chigi.
Durante l’incontro il premier etiope è stato ricevuto al Quirinale dal Capo di Stato italiano, Sergio Mattarella, ma le loro discussioni non sono immediatamente state rese note al pubblico.
Nel pomeriggio invece, il primo ministro Ahmed ha incontrato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte tramite una riunione bilaterale ed in cui le notizie sono state riportate dalla Stampa successivamente.
Conte ha riferito: “C’è da parte del nostro governo una insistita attenzione verso la regione del corno d’Africa che si completa anche con l’attenzione verso altri Paesi di importanza strategica per l’interesse dell’Italia e dell’intera Ue. L’Italia non vuole agire da sola, ma incitare l’intera Ue a prestare attenzione allo sviluppo sociale ed economico alla regione del Corno d’Africa e degli altri paesi dell’Africa”.
Con tale affermazione il premier italiano ha ribadito che il cosiddetto problema dell’immigrazione persisterà finché non si porgeranno aiuti sociali, economici per risollevare tali paesi.
Il Presidente del Consiglio ha continuato il suo discorso così: “L’Etiopia ha un ruolo di stabilizzazione dell’intera regione del Corno d’Africa. E noi siamo protesi ad affrontare la stabilizzazione del continente africano: siamo pronti a intensificare la collaborazione anche su questo fronte”.
La visita in Italia effettuata da Ahmed, ricambia quella del premier Conte avvenuta l’ottobre scorso dopo essersi verificata la Dichiarazione di pace fra lo stato di Etiopia ed Eritrea. Il primo ministro è giunto a Roma in tale data anche per giungere nei prossimi giorni al World Economic Forum che si è tenuto in Svizzera.
A promulgare tali notizie è stato proprio Palazzo Chigi.
Di Daniele De franceschi
Notizie prese da Ansa.it, Agenzia Nova, InfoAfrica
