Global climate strike 

 

Venerdì 15 marzo in tutto il mondo, ragazzi e bambini hanno manifestato per chiedere ai potenti della terra di intervenire per bloccare il riscaldamento globale.

Anche noi della scuola media Cipolla abbiamo accolto l’invito di Greta Thunberg, una ragazza svedese di 16 anni, che già da diversi mesi protesta ogni venerdì. Nei giorni precedenti abbiamo visto il video del suo discorso, abbiamo fatto alcune ricerche e preparato in gruppo dei cartelloni da portare con noi e li abbiamo terminati prima di riunirci tutti davanti alla scuola. Alle nove in punto, scortati dalla polizia, abbiamo manifestato per le strade del quartiere fino ad arrivare alla scuola Borsellino, dove abbiamo incontrato i bambini della scuola primaria: indossavamo tutti dei vestiti blu e verdi e urlavamo frasi in difesa del pianeta Terra. Ogni tanto qualcuno si fermava qualche secondo a guardarci e ascoltarci: è stata un’esperienza emozionante perché ci siamo sentiti parte di una grande famiglia. Ovunque nel mondo noi studenti con i nostri professori abbiamo manifestato per invitare politici, industriali e persone comuni a riflettere sull’importanza di cambiare le politiche mondiali, i sistemi di produzione, lo sfruttamento delle risorse, le nostre abitudini quotidiane, a mettere da parte gli interessi economici e personali a favore della nostra casa comune, la Terra. Abbiamo manifestato perché gli adulti non possono prendere sempre decisioni senza pensare agli effetti dannosi sulla nostra vita futura: parlano tanto di risolvere i problemi e invece non fanno altro che peggiorarli. Noi ragazzi sappiamo invece che ogni giorno ciascuno di noi può fare e dire qualcosa perché le cose cambino. Nella mia scuola per esempio ci siamo riproposti di non comprare le bottigliette di acqua monouso e usare tutti quanti borracce. Nei supermercati potremmo non comprare più frutta, ortaggi e altri prodotti confezionati con la plastica oppure usare lo stesso sacchetto di stoffa per trasportare la spesa. Questi e tanti altri gesti quotidiani, se praticati da tante persone, possono veramente spingere i potenti a cambiare le loro scelte. Tempo fa alcune immagini mi hanno davvero colpito per la loro crudeltà: ho visto un pesce che purtroppo non poteva aprire più la bocca perché il sigillo di plastica di una bottiglia gliel’aveva bloccata; una tartaruga aveva il carapace deformato a causa di una confezione di plastica per lattine in cui si era incastrata quando era piccola; una tartaruga mangiava plastica scambiandola per una medusa.

Il pianeta Terra vive di delicati equilibri e gli uomini li stanno distruggendo tutti. Prima che sia troppo tardi, impariamo a prendercene cura.

Luca Mangano

Giotto Cipolla

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