ESPAÑA PARA SIEMPRE

Ciao a tutti, mi chiamo Roberta e attualmente mi trovo in Spagna per il mio anno all’estero con Intercultura.  Dal primo giorno passato a Burgos, una città di quasi 200.000 abitanti nel Nord della Spagna, ho capito quanto sia fortunata ad aver avuto la possibilità di poter passare un anno fuori da casa mia, dalla mia città e dalla mia nazione. Fare un’esperienza così ti fa aprire gli occhi facendoti capire quanto, nonostante i “pochi” o “tanti” chilometri di distanza, ogni Paese sia unico.

Credo di aver interiorizzato questo concetto abbastanza tardi forse per colpa della convinzione comune riguardo la similarità tra l’Italia e la Spagna. Dal primo giorno di scuola ho iniziato a vedere però delle piccole differenze che mi hanno fatto capire che ero veramente all’estero, lontana da casa mia in un’altra città dove avrei dovuto passare altri dieci mesi. Un esempio? Bene, ho iniziato l’anno nel “peggiore” dei modi: quando è entrata la professoressa in classe mi sono alzata, come siamo abituati a fare in Italia, però mi sono resa conto di essere stata l’unica a farlo ed un’ora dopo i miei compagni mi spiegarono che nessuno si alza per salutare il professore, inoltre gli insegnanti si chiamano per nome e sono loro a dare del “lei” agli alunni (non il contrario). Non esistono esami orali,  durante la ricreazione si può uscire ed andare dove si vuole eccetto che in classe, perché essa viene chiusa dagli insegnanti. Ognuno ha un proprio armadietto dove lasciare i libri e prendere quelli dell’ora successiva, dato che sono gli alunni a cambiare di classe e non i professori.

Sono qui da  più di sei mesi e posso dire che ogni giorno vedo qualcosa di diverso che distingue gli Spagnoli dagli Italiani. Mi ritengo veramente fortunata perché è grazie agli Spagnoli che la mia esperienza sta andando benissimo. Iniziando dalla mia famiglia con la quale ho veramente un rapporto meraviglioso e continuando con i miei compagni di scuola e  le amiche di basket. Ho visto negli Spagnoli un’apertura mentale che ancora non è del tutto comune in Italia, per cui fare amicizia, per chi  è straniera  come me, qui non sarà  un problema.

Prima di partire quando mi parlavano della Spagna, subito pensavo al sole, ai tori e alla paella. Forse di queste tre l’unica  cosa certa è la paella. Il sole lo sto vedendo poco perché vivendo al Nord spesso la mattina la temperatura è sotto lo zero con il ghiaccio per strada. Riguardo ai tori sono di più gli Spagnoli che vogliono terminare questa tradizione rispetto a quelli che la vogliono continuare. Sulla paella posso solo dire che è molto buona!

A settembre ho lasciato la mia famiglia, ma posso affermare di averne trovata un’altra. Con ciò non voglio dire che abbia scordato o che non mi manchi l’Italia, la mia famiglia, i miei amici ed addirittura il Ruiz con tutte le mie professoresse, semplicemente non voglio immaginare il momento in cui dovrò lasciare tutto questo: mi sento a casa qui. Questo era l’obiettivo che mi ero posta prima di partire e posso dire di avercela fatta, a quasi quattro mesi mesi dalla fine di tutto questo. Questa esperienza è un po’ come una montagna russa eppure non ho mai raggiunto la parte più in basso grazie a tutte le persone che ho qui con me e che sono sicura ci saranno sempre nella mia vita.

A volte capita di sentirsi soli, soprattutto all’inizio quando qualsiasi cosa vedi o senti è totalmente nuovo per te; o può anche succedere di vedere una foto della propria classe italiana e pensare che sicuramente sarebbe stato più facile restare nella propria città,  piuttosto che andare in un altro Paese e ritrovarsi a passare i pomeriggi a tradurre il castigliano antico perché si avvicina il giorno dell’esame!

Insomma probabilmente è vero ho scelto di complicare un poco la mia vita, eppure sono fiera di averlo fatto e se potessi tornare indietro lo rifarei ad occhi chiusi.

Roberta Di  Bartolo  IV CL