Fridays For Future

Sei disposto a lottare per il tuo futuro?

È un normale venerdì di agosto sul pianeta Terra. Trump continua a scrivere tweet spiritosi sul riscaldamento globale, i climatologi continuano a mangiare bistecche e a prendere voli internazionali tra un “TED talk” e l’altro, mentre noi siamo impegnati ad ascoltare il tormentone dell’estate dalla radio di un autogrill.

Ma a Stoccolma, di fronte al parlamento svedese, qualcosa va storto. In quel giorno, una giovane ragazza non è andata a scuola e ora si trova lì, in piedi, alzando un cartello che dice “Sciopero della scuola per il clima”. Quella ragazzina inadempiente ha scelto di investire il suo tempo in qualcosa di più importante della sua istruzione, il futuro della specie umana.

Quello che Greta Thunberg, classe 2003, non sapeva è che il movimento “FridaysForFuture” avrebbe coinvolto migliaia di studenti in tutto il mondo, portandola a spiegare le sue ragioni davanti ai rappresentanti delle nazioni unite per ben due volte. Oggi, il movimento ha raggiunto proporzioni inimmaginabili, grazie all’impegno di studenti di ogni età dal Canada all’Australia, passando per Svizzera e Sudafrica.

Ed ora c’è grande attesa per lo sciopero internazionale del 15 marzo, a cui hanno già aderito 54 paesi. I manifestanti chiedono che la crisi climatica globale sia veramente presa sul serio dai politici che avrebbero il dovere di affrontarla, anziché guardare ai loro ciechi interessi elettorali. Non si tratta di salvare orsi polari o salvaguardare il futuro dei nostri nipoti, ma di difendere il tuo futuro, impedendo che i danni già causati diventino irreversibili per la sopravvivenza umana. Gli scienziati lanciano allarmi inascoltati già da decenni, e hanno anche proposto soluzioni per adattarci al cambiamento, ma se non dimezzeremo le emissioni di co2 entro il 2030 questo noioso problema potrebbe diventare più grande di noi. Non pensate di potervi ritenere esclusi dal discorso, perché la crisi ambientale è LA sfida della nostra generazione, con grosse ricadute politiche e sociali. Ma soprattutto perché l’Italia sta già soffrendo a causa della desertificazione e fra poco questa realtà ci impedirà di voltarci dall’altra parte. Possiamo solo scegliere se sederci e lamentarci dell’immobilismo politico, oppure alzarci in piedi e smuovere l’opinione pubblica dal basso, obbligando i politici a prendere sul serio il nostro futuro.

Adelaide Bozzoli 5F e Andrea Galassini 5E
(Il Giornalotto del Liceo Volta, numero3/2019)