I limiti della didattica a distanza

Alla fine del mese di Febbraio dell’anno 2020, in Italia, ed inizialmente in pochi altri
Paesi, si comincia rapidamente a diffondere un virus sconosciuto, proveniente
presumibilmente dalla Cina, il SARS-CoV-2, altamente contagioso e caratterizzato da una
sindrome respiratoria acuta, molto difficile da curare.

Per far fronte alla grande emergenza sanitaria, che giorno dopo giorno peggiorava
sempre più, amplificata dalla mancanza di strutture ospedaliere ben organizzate, il
Governo italiano, dopo aver disposto alcune limitazioni delle libertà personali,
inizialmente circoscritte a poche località della Regione Lombardia, ha deciso di
attuare un lockdown generale in tutto il Paese. Ben presto, la diffusione ha assunto la
forma di pandemia, propagandando il panico in tutto il Pianeta. Questo virus infatti,
ha colto di sorpresa tutti , causando non soltanto moltissimi morti ma anche una crisi
socio-economica di dimensioni mondiali; con la chiusura di parecchie attività
lavorative ritenute non essenziali, molti lavoratori hanno perso il proprio posto di
lavoro e tutte le scuole sono state chiuse, nel tentativo di ridurre al minimo le
possibilità di contagio. Così, anche gli studenti hanno dovuto rapidamente adattarsi al
nuovo contesto sociale e, sfiduciati per ciò che stava accadendo, hanno cercato di
arginare e superare il problema, impegnandosi con ogni mezzo nel metodo della
‘’didattica a distanza’’ proposto dal Governo.

Personalmente posso dire che la mia classe ha iniziato fin da subito a seguire le video lezioni tenute dalla professoressa di italiano e latino: era un’esperienza completamente nuova, che poteva avere effetti sia
positivi che negativi. Le giornate trascorrevano quasi tutte allo stesso modo: la
mattina eravamo tutti impegnati nei collegamenti in video-lezione, mentre una parte
del pomeriggio la impiegavo nello svolgimento dei compiti assegnati per il giorno
successivo e la parte residuale della giornata, la dedicavo all’attività fisica che, da
sempre, costituisce la mia passione più grande. Seguire le lezioni da casa è stato
inizialmente abbastanza difficile, perché mantenere un’attenzione costante davanti
allo schermo, richiedeva uno sforzo maggiore: con il tempo tuttavia, mi sono abituata
al nuovo metodo di insegnamento e, grazie all’aiuto delle Professoresse e dei
Professori che proponevano lezioni sempre stimolanti, in cui si poteva dialogare,
interagire e confrontarsi sulle tematiche proposte, il mio livello di attenzione è
migliorato tantissimo. Del resto, indistintamente tutti i Professori non hanno mai
smesso di impegnarsi e si sono mostrati costantemente disponibili per sostenerci;
anche il Professore di educazione fisica ha tenuto delle lezioni in cui proiettava
interessanti video o power point sul funzionamento del corpo umano.
La metodica della didattica a distanza ha inoltre contribuito a migliorare il mio
approccio con la tecnologia: ho imparato ad utilizzare applicazioni per la
realizzazione ed il montaggio di video, sviluppando, nel contempo, competenze
tecniche che prima non possedevo. Tuttavia, non poter frequentare la scuola aveva
provocato in me un grande smarrimento: mi mancavano i compagni di classe ed il
rapporto “diretto” con loro. Per fortuna, con la maggior parte delle mie amiche ho
potuto mantenere rapporti quasi giornalieri attraverso le video chiamate, che si sono
rivelate una vera e propria salvezza per lo scambio di opinioni ed il supporto
reciproco.

Personalmente, durante tale periodo di forzato isolamento, ho imparato diverse cose:
• Ho capito quanto fosse importante riflettere sul mio prossimo futuro: cercare di
capire quale indirizzo formativo seguire é infatti, fondamentale; necessario é anche
porsi degli obiettivi realistici, tracciando idealmente i percorsi migliori per
perseguirli.
• Rispetto al periodo precedente all’isolamento forzato, ho compreso, ancora di più,
l’importanza dei rapporti sociali e quanto sia fondamentale non perdere i contatti con
gli amici, ponendo sempre la massima attenzione per i particolari, anche i più piccoli
che, troppo spesso, vengono considerati scontati.
• Ho capito quanto sia rilevante, anzi essenziale per il benessere psicofisico, che
ciascun individuo continui a coltivare le proprie passioni ed interessi, anche a costo di
grandi sacrifici; tali passioni infatti, possono portare immensa gioia ed essere
elementi stimolanti per il superamento degli inevitabili problemi quotidiani che
ciascuno è chiamato ad affrontare.
• Ho capito quanto siano basilari i rapporti familiari: avere genitori che sostengono i
figli, condividendo con loro qualsiasi aspetto della vita e supportandoli in ogni
necessità è infatti, imprescindibile; anche i rapporti con gli altri parenti, soprattutto
fratelli, nonni e zii sono determinanti per perseguire legami sinceri ed indissolubili,
duraturi nel tempo.

Con il ritorno a scuola e l’inizio del nuovo anno scolastico 2020/2021, il mio Istituto
ha adottato il metodo della didattica digitale integrata, per una quota pari al 50%
degli studenti, per ciascuna classe. Fin da subito, tale metodo è risultato piuttosto
disagevole perché coloro che dovevano connettersi in video-lezione da casa, non
riuscivano a seguire integralmente le lezioni, a causa dei problemi relativi alla linea
internet della scuola, sovraccaricata dalle troppe connessioni alla rete.
Successivamente, all’inizio del mese di ottobre, la Dirigente scolastica, ha rivisto
l’intero metodo, e stabilito che tutti gli studenti delle classi quinte potevano
frequentare le lezioni in presenza. Questa era per me una bellissima notizia:
finalmente avrei potuto rivedere l’intera classe riunita. Sfortunatamente, tale
condizione si è protratta soltanto per tre settimane, perché il Governo, a seguito del
progressivo aumento dei contagi in quasi tutte le Regioni d’Italia, ha deciso di
incrementare, nelle istituzioni scolastiche di secondo grado, il ricorso alla didattica a
distanza digitale integrata per una quota pari ad almeno il 75% degli studenti
dell’intero Istituto. Ho avuto subito la sensazione di rivivere l’esperienza dei due mesi
di isolamento forzato della passata primavera: mi sono trovata nuovamente a passare
cinque ore davanti allo schermo, senza poter avere contatti diretti con Professori e
compagni di classe.
Spero quindi che la situazione migliori al più presto possibile e che le persone
contribuiscano in modo ancor più attivo per evitare la diffusione del virus. Ripongo
tutte le mie speranze nei giovani, ragazze e ragazzi, per un futuro migliore in ogni
ambito, con la speranza di poter riottenere al più presto quella libertà così preziosa e
temporaneamente negata.
Concludendo, posso dire di aver capito che la felicità é reale solo se viene condivisa.
Una condivisione multipla di pensieri ed emozioni rendono più forti e consapevoli le
persone e moltiplicano le possibilità di soluzioni.

Flavia De Luca VM