Illuditi lettore

Ogni lettore, più o o meno esperto, sa che leggere un libro è come entrare in un vestito nuovo, diverso dal tuo, magari più colorato, più lungo o più cupo. Ti cali in un ruolo diverso, fa parte del gioco: è un teatro continuo dove ci si scambiano le maschere.

Ho indossato un vestito più corto e colorato oggi, leggendo però di una fatica che spesso tendiamo a sottovalutare. Chi legge non si accorge di ciò che c’è dietro perché abbagliato dal piacere, perché catturato a mani nude da una storia. Perché leggere è così complicato?  Semplicemente perché leggere non è soltanto comunicare, leggere va oltre.

È tremendamente faticoso, e lo è due volte: primo perché dal punto di vista fisico i nostri occhi non ne vanno sicuramente a beneficiare, secondo perché richiede uno sforzo anche da parte del nostro sistema cognitivo. Se pensavate che leggere fosse una cosa semplice, vi sbagliate di grosso. Ma…c’è un ma.

Per quanto sia impegnativa quest’operazione, il risultato vale più del sacrificio, perché per un lettore è impensabile la fatica, il peso sulla bilancia non regge.

Ma come lo spieghi agli altri? Come spieghi l’emozione di essere travolti da una storia, da un amore, da un luogo o da un tempo che non è il tuo?

Per questo il confronto tra sacrificio e ricompensa non può esistere.  O meglio, non esiste per un lettore.  E ad un non lettore, allora, come lo spieghi? lo spieghi insegnando.  Facendo ripercorrere le tue orme a chi ha appena iniziato a camminare.

Tu, genitore, insegna ai tuoi figli come buttarsi a capofitto su una storia. Se sanno qual è la ricompensa e l’hanno già apprezzata, affronteranno più volentieri la salita.

Tu, insegnante, canta ai tuoi alunni i più bei passi che hai letto. Contagiali senza paura perché tanto l’immunità per questa malattia non esiste.

E tu, lettore, che hai letto di tante storie, di tanti amori e di tante perdite, dimmi: hai mai sentito la fatica? Certo, ogni libro è una scalata, ma arrivato in cima ti accorgerai di non aver mai fatto percorso più bello.

Ma che ne sanno gli altri di cosa voglia dire calarsi ogni volta in un ruolo diverso e essere uomo e donna insieme, giovane e vecchio allo stesso tempo, buono e cattivo nel giro di pochi minuti. Valla a spiegare l’emozione dell’ultima pagina, il cuore che sussulta ad ogni parola.

Spiega un po’ l’orgoglio nel mostrare agli altri la nostra infinita libreria, digli cosa vuol dire leggere davanti al camino con il fuoco che ti scalda le mani e il libro che ti scalda il cuore.

Dimmi tu, lettore, se non hai mai volato, se non hai mai viaggiato nel tempo. Perché io l’ho fatto.

E sono andata oltre ogni limite temporale, oltre ogni barriera che non ci è permesso varcare.

E si, ho visto le fate, i draghi e i castelli delle principesse. Ho visto i vampiri e ho viaggiato nei regni della fantasia.

Sono stata ad Atlantide, ho respirato sott’acqua e ho volato con le ali più belle. Sono stata in Giappone, in America e nella Francia di inizio Novecento.

Ho amato uomini e ho amato donne, ho amato una casa che non era la mia. Ma non so come spiegarle a te, non lettore, queste cose.

Ti posso dire che ci sono dei limiti che con i nostri piedi non possiamo superare, che tutto è scienza, tutto è materia, tutto ha una causa e un effetto. Ma in un mondo regolato dal materialismo, dal meccanicismo e dal determinismo, c’è bisogno di una via di fuga, di un’illusione.

Allora apri un libro, e illuditi. Di sapere volare, di poter viaggiare nel tempo, di amare più uomini o donne di quanti saresti capace, di vivere più vite di quante te ne siano concesse.

Illuditi, lettore, di essere immortale.

Benedetta La Ferla VAL