• Home
  • Blog
  • Articoli
  • L’annosa questione dei vaccini tra diffidenza e vincolo solidale

L’annosa questione dei vaccini tra diffidenza e vincolo solidale

La scoperta della vaccinazione risale al 1796 ed è attribuita al geniale medico inglese Edward Jenner. Fin dalla loro invenzione i vaccini hanno sempre avuto un ruolo fondamentale all’interno della società, contribuendo ad eliminare malattie che un tempo erano addirittura mortali, in primis il vaiolo. Infatti nel corso degli anni, grazie al progresso raggiunto dalla vaccinazione, si previene la morte di milioni di persone: nel nostro paese, tanto per fare un esempio, grazie all’introduzione della vaccinazione trivalente MPR (contro il morbillo, la parotite e la rosolia) nel 1999, queste malattie infettive erano state quasi del tutto eliminate. Al giorno d’oggi però la situazione sta cambiando radicalmente perché sta aumentando la diffidenza nei confronti dei vaccini. Infatti i casi di persone infette da malattie quali il morbillo si verificano più frequentemente rispetto agli anni precedenti. Il rifiuto dei vaccini preoccupa enormemente l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), che è arrivata a definire coloro che scelgono di non fare i vaccini, “nemici” della salute globale. I vaccini rappresentano il modo migliore, e forse l’unico che abbiamo a disposizione, per eliminare una malattia e per proteggere ciascun individuo e tutti dovrebbero avvalersene. Il rifiuto dei vaccini è causato da una mancanza di fiducia nei confronti del progresso dal punto di vista medico e per questo è necessario che i dottori o gli operatori sanitari siano ben informati sull’argomento così che possano sensibilizzare al meglio i cittadini. Spesso infatti le persone, se diffidano dell’opinione del proprio medico o comunque non sono abbastanza convinti al riguardo, pensano di trovare su internet la soluzione. Purtroppo però le informazioni che circolano in rete non sempre sono del tutto corrette anche perché in molti siti chiunque può accedere e scrivere un suo elaborato, che non sempre contiene informazioni giuste.
Ultimamente molti adulti decidono di non vaccinare i figli perché ritengono che i vaccini siano pericolosi e che possano produrre effetti collaterali nell’individuo. Effettivamente sono avvenuti in passato alcuni rari casi di effetti collaterali causati dai vaccini, ma si tratta di episodi e la loro frequenza è davvero bassa, anche perché i vaccini prima di essere utilizzati devono essere approvati attraverso degli specifici test di sicurezza. Non avvalersi della vaccinazione è dannoso per la nostra società perché per debellare una malattia è necessario che tutta un’intera popolazione sia vaccinata, e non solamente una parte. Per quanto riguarda la protezione del singolo individuo, in quanto molte persone non sono vaccinate, spesso possono danneggiare, anche se in modo minimo, coloro che invece lo sono. Se una persona vaccinata entra in contatto con un’altra non vaccinata che ha una malattia infettiva – quali possono essere il morbillo, la pertosse, la meningite e molte altre -, può essere comunque contagiata, anche se in forma minore. Vaccinarsi diventa quindi una sorta di solidarietà nei confronti di coloro che ci circondano e anche di fiducia verso il progresso della scienza.
I vaccini, oltre a salvare un numero enorme di vite, hanno un costo accessibile e sono facili da distribuire e da fornire, oltre a garantire una protezione contro una malattia e vale per tutta la vita (facendo i vari richiami di ciascun vaccino). Come ho accennato precedentemente, i vaccini per funzionare e per diminuire quindi le possibilità di contrarre malattie pericolose come la difterite, il morbillo o la meningite, devono essere accessibili a tutta la popolazione, compresi rifugiati e migranti. I paesi che ospitano migranti e rifugiati dovrebbero avere l’obbligo morale di estendere i propri programmi di vaccinazione anche a loro, indipendentemente dalla loro condizione. Questo proteggerebbe non solo i migranti ma anche la popolazione che li ospita, allargando la platea di persone vaccinate. L’Oms continua a lavorare con associazioni come l’UNICEF, Medici senza Frontiere e altre per formire vaccinazioni a coloro che ne hanno bisogno. In Grecia per esempio sono state condotte due campagne di vaccinazione per profughi e popolazioni migranti nel 2016, con il sostegno dell’Oms. È necessario investire maggiormente sulle scorte dei vaccini, che possono risultare importanti in caso di crisi e che devono essere alla portata di qualsiasi individuo, anche per chi vive in Paesi in guerra o in situazioni comunque disastrose.
In conclusione la vaccinazione dovrebbe essere un’azione spontanea che tutti i genitori dovrebbero decidere di intraprendere verso i propri figli, non solo per proteggere loro stessi ma anche nei confronti di tutta la popolazione. Vaccinarsi dovrebbe essere vista da tutti come una forma di rispetto verso il prossimo e di fiducia nei confronti della medicina.
Emma Boschi / Liceo Classico Galileo