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Primario donna, anche nel 2019 le difficoltà sono le stesse

Dai dati dell’ANAO, principale sindacato medico italiano, risulta che la componente femminile è circa il 40% del totale dei medici negli ospedali pubblici italiani, tuttavia le donne primario non superano il 14% e sono concentrate in discipline come pediatria, ginecologia, neurologia.

Ecco l’intervista ad uno dei pochi primari donna italiani, chirurgo plastico di 54 anni che, ammettendo che al suo corso di laurea le donne erano pochissime, vuole raccontare la sua esperienza.

Dottoressa, perchè ha scelto chirurgia plastica nonostante le note difficoltà?

Per me la chirurgia plastica ha rappresentato per me la realizzazione di una mia grande passione per la scienza e per l’arte. In ogni intervento infatti ho la possibilità e quasi la necessità di esprimere questi due grandi amori, perchè da subito devo visualizzare come effettuare la parte ricostruttiva, come se stessi facendo un disegno per garantire la riuscita estetica di una ricostruzione strettamente funzionale.

Perchè crede che siete così poche in chirurgia?

Penso che avere una forte passione purtroppo a volte non basta…nel mio lavoro ci vuole una certa resistenza fisica per sopportare interventi lunghi, nonché fare duri sacrifici. La scelta di essere medico si riflette soprattutto sulla vita privata e sulla famiglia. Di grande aiuto per me sono stati i miei genitori e mio marito che, essendo anche lui chirurgo, capisce meglio di chiunque altro quanto può spesso diventare difficile l’organizzazione familiare.

Le difficoltà sono dovute anche al fatto che nel nostro sistema non è presente alcuna forma di agevolazione per le donne che lavorano, come per esempio dei nidi aziendali dove poter portare i propri figli; ma anche un grande pregiudizio da parte dei colleghi uomini che nella maggioranza dei casi occupano posizioni di rilievo.

Rimpiange qualcosa delle sue scelte lavorative ?

Potendo tornare indietro non cambierei nulla del mio percorso, nonostante tutto credo ancora di fare il lavoro più bello del mondo. Vorrei solo poter avere 48 ore al giorno per avere più tempo per la mia famiglia e per me, per poter “perdere” un po’ di tempo per stare dietro anche alle mie esigenze.

Elena Rita Govoni 3°E