Un sogno premonitore – Racconto

Un rumore ruppe il silenzio della notte; Elena si alzò dal letto ansimando, era sudata ed il cuore le batteva forte, aveva fatto il solito incubo che faceva dal giorno dell’incidente, nonché da un anno, da quando un fulmine aveva colpito in pieno la piscina mentre lei stava nuotando. Come scordarsi quella notte che sarebbe potuta essere fatale per lei se non ci fosse stato suo padre, il suo salvatore? Ancora i medici non sapevano spiegare come lei potesse essere ancora viva, lo consideravano un vero e proprio miracolo….
Guardò l’ora, era molto tardi, ma non riusciva a prendere sonno: quell’incubo continuava a tormentarla, la cosa che le faceva più paura era che sembrava tutto così reale, lei che correva nel prato della casa della nonna ed ad un certo punto tutto diventava buio e lei non riusciva più a muoversi, poi arrivava un’altra frase che non riusciva mai a capire, sembrava quasi che il sogno le volesse impedire di scoprirlo, quindi censurava tutto con rumori strani ed urla spaventose. Finalmente riuscì ad addormentarsi.
Era entrata da poco in terza liceo, uno degli anni peggiori, pensava lei mentre raggiungeva Lisa e Rebecca davanti ai loro armadietti. Erano le sue migliori amiche in assoluto, le erano state sempre vicino.
Le sue amiche erano un po’ preoccupate per lei visto che il giorno dopo sarebbe stato l’anniversario dell’incidente, le chiesero se voleva che loro andassero a dormire da lei, ma Elena rifiutò dicendo che voleva rimanere da sola. Quella notte non fu come le altre: Elena continuava ad agitarsi sotto le coperte, quando ad un certo punto un fascio di luce entrò nella stanza e una signora anziana si materializzò davanti a lei. Aveva un aspetto familiare, era sua nonna… Le si presentò davanti come una figura luminosa, era proprio come se la ricordava: i capelli bianchi sempre raccolti in una crocchia e gli occhialini rotondi appoggiati sul naso piuttosto piccolo, ma era questa la cosa strana è che non era invecchiata nemmeno di un anno. La figura luminosa le si avvicinò e le disse con voce soave di non avere paura e di credere in lei. All’inizio Elena pensò che quello fosse il solito discorso di una nonna risorta dopo dieci anni che la avevano creduta morta, ma quando le parlò del sogno si ricredette immediatamente: le stava dicendo di continuare a vivere l’incubo
e di sconfiggerlo….
A queste parole qualcosa si risvegliò dentro Elena, che si convinse
a distruggere le sue paure. Dopo un immenso sforzo la ragazza finalmente ci riuscì e fatto questo si sentì subito più forte, la nonna le disse di coltivare questa rabbia perché lei aveva un dono. Rispettare la promessa di far crescere questa forza si rivelò più difficile del previsto, ma la nonna rispettò l’impegno preso il giorno prima di mandare qualcuno che la aiutasse in questa impresa, infatti il giorno dopo si ritrovò un nuovo ragazzo a scuola, un certo Gabriel, a cui lei fu assegnata come tutor. Non che ne avesse bisogno, dato che sembrava che Gabriel fosse stato in quella scuola da tutta la vita, aveva già un gran seguito di spasimanti e salutava a destra e a manca: Elena ne era già gelosa, lei che era lì da due anni conosceva un quarto della gente che aveva conosciuto lui in tre ore…
sarà per i capelli corvini mai in ordine o per gli occhi azzurri come il mare… Fantastico! Forse si era innamorata del compagno a cui avrebbe dovuto fare da tutor… Rebecca e Lisa le si sedettero accanto guardandola come Malia, il suo cane appena le mangia un calzino: cosa avranno mai combinato?!
Dopo un po’ capì tutto: erano d’accordo con sua nonna da tutta la vita!
Ma come era possibile se avevano la sua stessa età? Anche questo fu chiarito poco dopo: erano più vecchie di quanto sembrava; Elena non sapeva se essere arrabbiata con loro o se fare come con Malia e lasciare stare tutto, magari evitando i grattini sulla pancia. Alla fine optò per la seconda opzione e decisero di ritrovarsi nel pomeriggio a casa di Rebecca; arrivata, Elena fu accolta dal sorriso smagliante di Gabriel. Ora che avevano fatto amicizia, potevano parlare di cose importanti: lui le disse che altre creature avevano percepito la sua forza e molte di queste se ne volevano impossessare, tra tutte queste ce n’era una particolarmente potente, veniva chiamato in molti modi, nessuno di questi era molto rassicurante, vi lascio immaginare…
Solitamente assumeva la forma di un mago con i capelli bianchi che teneva raccolti in una cresta con le punte rosso fuoco, non era il solito vecchietto dalla barba lunga ed il cappello a punta, insomma… Si diceva che fosse già in marcia per raggiungerla, ma non in treno o in aereo, su un dragone gigante. Le rimaneva poco tempo, doveva esercitarsi e mantenere la concentrazione ed in questo Gabriel non era di aiuto. Giorno dopo giorno Elena continuava ad esercitarsi e a diventare sempre più brava, ma un giorno, mentre lei e Gabriel si stavano esercitando, si sentì uno scoppio e dopo poco il cielo divenne rosso fuoco e apparve il mago.
Non sapeva se fosse già pronta allo scontro, ma sapeva che voleva rimanere in vita fino a diciotto anni, ma non aveva iniziato bene, infatti era già finita in terra, ma sentì la voce di Gabriel che la rassicurava dicendole di credere sempre in se stessa, poi accadde una cosa strana: Lisa sbatté la testa e perse i sensi… in quel momento Elena sentì la forza crescere dentro di lei e la riversò verso il suo nemico che cadde a terra senza sensi.
Ce l’aveva fatta! Lo aveva sconfitto ed ora poteva vivere la sua vita felice e contenta.
Emma Beni / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze