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“Dare la voce a chi non ce l’ha”: incontro con Raffaele Liguori

Cosa vuol dire lavorare in una radio libera? Raffaele Liguori, ex direttore di Radio Popolare, lo ha spiegato ai ragazzi della Summer School, in occasione della visita alla sede nella mattinata del 27 giugno. La sua carriera è un chiaro esempio di come la radio permetta, anche ai non professionisti, di arrivare a posizioni alte grazie all’impegno e alla passione per l’informazione.

Radio Popolare nasce nel 1976 con l’obiettivo di “dare voce a chi non ce l’ha”: che siano politici, sindacalisti, operai o semplici cittadini. Già dai primi anni, al racconto del mondo operaio si accostano anche narrazioni di altre problematiche della società dell’epoca, come la mafia con l’omicidio di Peppino Impastato del 9 maggio 1978. Ma questo non è l’unico esempio di informazione controcorrente. Negli anni ’80 va per la prima volta in onda ‘Radio Shabi’: trasmissione interamente in lingua araba per i primi emigrati dalle zone del Maghreb. A questo si aggiunge “L’altro martedì”, appuntamento di dibattito e informazione sull’omosessualità.

Oltre al trattare tematiche di frontiera, altra caratteristica di Radio Popolare è il suo rapporto con il pubblico e con il popolo. Gli ascoltatori vengono considerati “il dodicesimo redattore”, a detta di Liguori: tramite il microfono aperto, chiunque può chiamare e dire la propria opinione in determinate trasmissioni. 

La nascita dei social network, però, ha ridotto la quantità e qualità degli interventi, con ripercussioni sulle trasmissioni. La radio sta cercando, quindi, delle soluzioni che permettano di attirare anche un pubblico giovanile e disposto al dibattito.

Gaia Mineo, Ilaria Schiano, Andrea Barosi, Mercedes Maria Vitali