I quadri sono stati tratti: armiamoci di pennelli!

Jean-Francois Jamet nel suo libro “Gli scambi culturali franco-italiani” afferma: “Per molto tempo il viaggio in Italia fu una tappa necessaria nella formazione degli artisti francesi, mentre quelli italiani beneficiavano del mecenatismo della Francia”.

 

La cooperazione tra Francia ed Italia in ambito culturale è molto forte, attiva e diretta, vedi gli scambi linguistici ed universitari, l’EsaBac (Esame di Stato italiano; Baccalaurea francese) che permette agli studenti di ottenere, in un’unica sessione, l’Esame di Stato italiano e francese; l’Accademia di Francia a Roma; Villa Medici e varie scuole francesi in Italia; la scuola italiana di Parigi; Leonardo da Vinci e gli istituti di cultura italiani in Francia che offrono al pubblico francese una testimonianza diretta e tangibile dell’efficacia e della cultura italiana e che, in tal modo, offrono ai produttori di eccellenza una vetrina permanente facendo, così, conoscere i loro manufatti a Parigi, città che, storicamente, mantiene il ruolo di capitale della cultura

Gli Stati membri dell’UE hanno molto da guadagnare dallo scambio di esperienze in merito all’elaborazione delle politiche ed al finanziamento di progetti. Tale metodo aperto di coordinamento è un sistema strutturato che consente agli Stati membri di collaborare a livello europeo nel campo della cultura creando la comprensione e la messa in comune dei problemi e contribuisce a costruire il consenso alle soluzioni e la loro relativa attuazione pratica.

Il clima fra Italia e Francia, negli ultimi anni, è notevolmente cambiato, sia dal punto di vista culturale che politico seguendo un tradizionale filone di profonda vicinanza e collaborazione che, storicamente, unisce i due Paesi europei.

Il 24 settembre 2019 è stato firmato un “Memorandum d’Intesa” tra i ministri della cultura Dario Franceschini ed il francese Franck Riester che sancisce, di fatto, uno scambio di opere d’arte al fine di celebrare i cinquecentenari della morte di Leonardo da Vinci (2019) e Raffaello Sanzio (2020) il quale prevede che dall’Italia partano per la Francia 7 opere, mentre la Francia si priverà di 5 opere di Raffaello Sanzio e due del suo allievo Giovan Francesco Penni.

Certamente, prima di giungere a tale intesa, non sono mancate le polemiche che hanno, momentaneamente, rallentato i termini di tale accordo: si trattava, in primis, di un fattore storico rilevante, quasi a richiamare idealmente le spoliazioni napoleoniche seguite alla campagna militare del Bonaparte in Italia del lontano 1796-97.

Fu proprio un altro importante artista italiano, Antonio Canova, del quale si celebreranno a breve, nel 2022, i duecento anni dalla morte, a porre parzialmente rimedio a tale “inconveniente” diplomatico. Difatti, nominato Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato e della Chiesa, l’artista riuscì a recuperare 249 dei 506 dipinti trafugati da Napoleone, mentre 9 di queste opere d’arte andarono perdute.

Senza alcun dubbio, la Mostra che il 24 ottobre è stata inaugurata al Louvre di Parigi e che si chiuderà il 24 febbraio 2020, dal titolo “Leonard de Vinci” avrà, fra l’altro il merito di rimediare a certe “scorie artistiche” che il tempo e il “giusto fine dell’arte” avevano già, quasi del tutto, sanato.

 

Di Baldoin Samuele; Biasetto Margherita; Cavasin Giada; D’Aguanno Irene; De Martin Alice; Elezi Blerona; Martignago Simone; Massariol Maira; Mion Lisa; Nardi Niccolò; Pasqualon Sara; Pavan Chiara; Rivaletto Sara; Scaggiante Sofia; Zago Martina; Zanatta Azzurra. Classe 5F.