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Opere d’arte prestate, o …. ? Lo stato dell’arte: il Louvre e i grandi musei italiani

Il prestito di opere d’arte di pittura e di scultura, di manoscritti antichi e preziosi imposta dai trattati costituisce quasi una novità nellla storia, anche se in Grecia, nel mondo ellenistico e nella Roma antica vi erano abitudini simili.          L’inizio dello scambio di opere d’arte è attestato anche  nel Rinascimento quando, nella corrispondenza tra Isabella d’Este e Cecilia Gallerani, si può intuire la volontà di richiedere dipinti in prestito da parte delle due nobildonne.

Attualmente, a Parigi, precisamente al Louvre, è in corso una grande mostra di opere d’arte dedicata a Leonardo da Vinci, in occasione del cinquecentenario della sua morte. Questa prevede il prestito di sette opere d’arte da parte dell’Italia, tra cui l’”Uomo Vitruviano”. Fino a febbraio 2020 molti turisti avranno occasione di riscoprire il patrimonio eccezionale di dipinti e disegni del grande genio italiano e lo straordinario insieme di 120 opere proveniente da musei di tutto il mondo esposte per l’occasione.
A tal proposito Il Giornale di Milano: “Il colpo di scena è stato, come si suol dire, la classica ciliegina sulla torta della mostra-monstre che celebra la grandeur del Genio Léonard De Vinci nel Paese che, amano sottolineare all’ombra della Torre Eiffel, lo ha maggiormente valorizzato da quando, nel 1516, si trasferì nella valle della Loira alla corte di re Francesco I, per morirvi tre anni dopo. Ma la grandeur di questa esposizione che rappresenta in assoluto la più cara del Louvre, almeno in termini di polizze assicurative, sta tutta nei numeri che stanno facendo tremare i polsi anche a un museo da più di 10 milioni di visitatore annui”.
Al Louvre, difatti, c’è molta aspettativa e molta attesa, tanto che sono stati già venduti 220mila biglietti per la mostra intitolata “Léonard De Vinci” che ha come obiettivo -come dice Vincent Delieuvin, storico dell’arte francese- quello “di mostrare che la vita di Leonardo si capisce attraverso la sua pittura”. Si stima di superare il mezzo milione di visitatori calcolandone settemila al giorno, con un pubblico proveniente da tutto il mondo interessato a vedere le oltre 180 opere di Leonardo, artista italiano che ha affascinato generazioni su generazioni.

I musei internazionali d’arte creano ogni anno un movimento economico tale da non poter essere trascurato dai governi. Il Louvre, difatti, è, dati alla mano, il museo d’arte più conosciuto e più visitato al mondo. Nel 2017 il fatturato della galleria parigina è stato di 205 milioni di euro che, confrontato con quello dei musei italiani, mette in luce un dato preoccupante: con 50 milioni di presenze annue, di fronte ai 10 milioni del Louvre, i musei italiani incassano solamente 200 milioni di euro.  In molti trovano il problema di questa poca valorizzazione nel marketing e nelle modalità di pubblicizzazione dei nostri musei affermando che essi, ormai, non siano più meri luoghi di studio e di educazione. Ma, come recita l’articolo 9 della Costituzione Italiana, la promozione dei beni culturali e artistici è da considerare prioritaria. Non ci dimentichiamo, a tal proposito, che la filosofia dei prezzi bassi e dei giorni di gratuità è una tradizione italiana.
La diatriba storica fra i due Paesi rimanga aperta, in relazione anche alla rivalità tra Francia e Italia riconducibile agli anni fra il 1796 ed il 1797, quando Napoleone Bonaparte aveva trasferito, in occasione della sua fulminea campagna in Italia, diversi capolavori scultorei e pittorici. Riguardo tale evento, il Canova si batté, recandosi varie volte a Parigi, nel tentativo di convincere l’imperatore a restituire le opere al loro luogo di origine. Nonostante la caduta di Napoleone gli attriti tra i due Paesi non diminuirono e, solo nel 1815, Antonio Canova riuscì a riportare 298 delle 506 opere d’arte precedentemente trafugate da Napoleone. Con il rientro di tali capolavori, il Bel Paese mirò al consolidamento delle norme in campo di conservazione del patrimonio archeologico ed artistico emanando l’editto Pacca.

Sicuramente tale evento potrà contribuire a rinsaldare, ancora di più, i rapporti culturali ed artistici tra Francia ed Italia tramite varie iniziative che possano permettere di far conoscere e diffondere in maniera sempre maggiore l’arte dei due Stati ed acquisire sempre maggiore rilevanza artistica nel mondo.

L’unificazione dello Stato italiano, però, non comportò grandi vantaggi alla tutela e alla considerazione del patrimonio, infatti, quest’ultimo, venne in gran parte disperso. Divenne, quindi, necessaria l’emanazione di nuove norme sulla sensibilizzazione dei beni culturali e tutto ciò si materializzò nell’articolo 9 della Costituzione Italiana che promuove lo sviluppo e la tutela di paesaggi e patrimoni e nell’articolo 66 del Codice dei Beni Culturali che riguarda l’eventuale uscita momentanea dal nostro Paese, come nel caso dello scambio in questione.

Dionese Beatrice; Feltrin Jessica; Guglielmin Gianmarco; Pavan Raissa; Savio Mayla; Simionato Ilaria; Simionato Sara; Stojku Fatime; Tavernaro Rachele; Troncon Riccardo. Classe 5F