Genova: le alluvioni vissute in prima persona.

di Alinovi Valentina 1B

Una città in ginocchio, le alluvioni del 2011 e del 2014 hanno duramente segnato Genova e non vengono facilmente dimenticate dai cittadini soprattutto in caso di nuove allerte meteo rosse. Intervista a una cittadina genovese, V.M. che racconta di quei momenti vissuti in prima persona.

Cosa ricordi dell’alluvione del 2011?

Ricordo che era uno dei primi giorni di novembre perché c’era stato da poco il ponte dei Santi ed ero in ufficio, pioveva in modo torrenziale dalla sera precedente e l’intensità era così forte da far pensare al peggio, non vedevo quasi piazza Brignole dalle vetrate dell’ufficio (lavoravo nel grattacielo di Via San Vincenzo/angolo stazione Brignole). Intorno alle 13 ho letto sul sito internet di Primocanale che il Bisagno stava toccando il livello di guardia, con la conseguente evacuazione dei piani bassi in diversi edifici, come scuole e negozi.

Ricordo che intorno alle 13.30 sono andata in via Colombo per prendere un panino per pranzo ma ad un certo punto ho visto la gente che dai giardini di Brignole correva verso di me urlando che il Bisagno stava esondando. Ho iniziato a correre e ho visto l’onda arrivare in piazza Colombo e risalire la strada verso Via San Vincenzo.  Non sono più tornata in ufficio. Il cellulare non prendeva e non sapevo come avvisare in ufficio e a casa. Dopo un ora, in giro in via XX settembre, mi hanno chiamato dall’ufficio dicendo che l’acqua era passata e si aspettavano una seconda onda di piena alle 16 e di andare a prendere lo scooter che era parcheggiato nei garage e andare a casa. Ricordo che tutte le strade da Brignole a piazza della Vittoria e C.so B. Aires erano ricoperte da uno strato di fango. Per fortuna sono riuscita ad arrivare a casa incolume. Ho visto poi al telegiornale che era esondato anche il rio Fereggiano ed erano morte 6 persone travolte dalla piena.

Come ti sei sentita in quell’occasione?

Ero molto scossa ed impaurita, perché ricordavo i racconti di mio padre nell’alluvione del 1970 in cui si era salvato per miracolo. Vedere l’acqua fangosa arrivare lungo le strade dietro di me mentre correvo era scioccante.  La pioggia continuava a scendere torrenziale e non sapevo se sarei riuscita ad andare a casa in un posto sicuro e se i miei familiari erano in salvo perché il cellulare non funzionava. Credo sia uno dei ricordi più angoscianti che ho: non dimenticherò mai quei momenti di paura, perché ben sei persone erano morte a causa di un evento certamente eccezionale ma anche per colpa della scarsa manutenzione dei torrenti . Mi hanno commossa le centinaia di ragazzi e persone – gli angeli del fango – che per giorni avevano spalato e pulito e aiutato i negozianti e commercianti a ristabilirsi almeno in parte. E’ stato un grande esempio di solidarietà e generosità mai visto prima, che credo tutti dovrebbero seguire

 E l’alluvione del 2014? Cosa ti ricordi?

Ricordo che è successa sempre verso ottobre/novembre nella notte, nell’entroterra a Montoggio ma per fortuna alcune persone in pericolo sono state salvate. Ero in casa e guardavo la tv, hanno detto in diretta che esondava il torrente Bisagno invadendo le strade e trascinando le auto in sosta. Sino alle tre di notte, a causa degli allagamenti, parte della città era rimasta  senza corrente, compresa casa mia. Le acque del torrente Bisagno arrivavano sino all’altezza di un metro e ottanta e trascinarono nella piena molte auto incastrandole nei pressi dei tunnel pedonali e stradali accanto alla stazione Brignole, è stato in quell’occasione che ho perso lo scooter.
Il giorno dopo poi non sono andata in ufficio perché era impossibile arrivarci ed è esondato il torrente Sturla allagando numerose strade e trascinando auto in sosta.

Vedere nuovamente la città distrutta dopo solo 3 anni dalla precedente alluvione era davvero triste e preoccupante perché molti negozi e attività erano in difficoltà e la situazione non sarebbe certamente migliorata in tempi brevi.