L’alluvione che devastò Genova nel 2011

di Setzu Alessia 1B.
Un giorno drammatico per Genova, 4 novembre 2011, una data che lasciò un segno indelebile nei ricordi dei cittadini genovesi.
Un evento alluvionale di tale portata che mise in ginocchio la città (https://youtu.be/dy0xwazRwnI).
Siamo qui oggi con un operaio del Comune di Genova, il quale ha vissuto in prima persona quell’avvenimento catastrofico  racconta la sua esperienza.

Cosa ricorda in particolare di quella giornata?

Sono stati momenti terribili, agitati. Non scorderò mai l’espressione sui volti della gente, la paura, la disperazione. Successe tutto molto rapidamente, l’esondazione dei torrenti Bisagno e Ferreggiano. La città divenne una vera e propria laguna. La mia preoccupazione più grande, quella che mi accompagnò durante quei momenti, fu quella di non riuscire ad aiutare tutti.

Cosa stava facendo quel quattro novembre?

Ero in sezione, come ogni giorno, timbrai verso le 6:00 e presi servizio.
Fuori pioveva, la cosa non mi stupì più di tanto, visto che ormai erano giorni che non spuntava il sole, ed eravamo in stato di allerta 2, nessuno però si sarebbe aspettato così tanta acqua. Le previsioni davano un aggravamento della situazione, quindi, contattai mia moglie suggerendole di andar a prendere i bambini a scuola, considerato che i torrenti stavano crescendo a vista d’occhio. Terminato il servizio, timbrai ed uscii, mi diressi verso Brignole per andare a recuperare la mia auto, ma mi resi conto che le vetture iniziarono a viaggiare contro mano e capì subito che l’acqua stava aumentando e che tutti si stavano allontanando dal centro.
Fu il panico totale…

Cosa pensa delle persone che hanno subito danni sul posto di lavoro? Lei si ritiene fortunato?

Ovviamente mi dispiace per tutte quelle persone, per chi ha visto allagato il proprio negozio, magari, dopo anni di sacrifici.
Sinceramente sì, mi reputo un uomo fortunato e sono grato al Signore per non aver subito nessun danno serio.

Quando ripensa a quell’ evento, quali emozioni prova?

Sicuramente se ripenso a quel 4 novembre, affiora la rabbia, la sofferenza, ma anche l’orgoglio di uomo e cittadino, nel vedere quale forza ci fu nella disperazione, mi riferisco all’unione che si creò nelle persone, per aiutare a ripulire e ricostruire dai danni che l’acqua provocò.
Spero con tutto il cuore che una sciagura del genere, non si ripeta più.

Secondo lei in quella situazione di sventura, cos’è che ha accomunato i cittadini genovesi?

Senz’altro la solidarietà delle persone verso i più sfortunati, coloro che hanno perso la casa e/o il lavoro, aiutati dai cosiddetti “Angeli del fango”. Questa vicenda ha creato fratellanza, amicizia. Persone da tutte le parti della Liguria e non solo, hanno aiutato Genova a rialzarsi dal quel terribile incubo.