Allerta incendi: anche l’Africa vittima delle fiamme

Di Cristina Maria Luca

 

Sono più di 10.000 gli incendi che stanno devastando il continente africano.


A partire dalla metà di luglio il secondo polmone del nostro pianeta sta bruciando a dismisura. Numerose sono le zone colpite dagli incendi tra le quali: Angola, Zambia e Malawi. Le conseguenti cause sono: il surriscaldamento globale, i cambiamenti climatici costituiti da disastri ambientali, periodi di siccità e le situazioni economiche che stanno man mano collassando. Colpevole è anche l’uomo che continua a contribuire a questa strage tramite la caccia, poiché il numero di persone che cacciano utilizzando armi da fuoco sta aumentando sempre di più. Per non parlare dei contadini agricoli che si occupano delle tecniche agricole e dei pastori che sfruttano gli animali. Essi infatti bruciano tutte le radure, eliminando la vegetazione per purificare e ripulire ad esempio la foresta pluviale africana. Tutto ciò accade anche per mano della sussistenza delle persone, composta sia da uomini sia da donne che con un singolo strumento: la zappa, devono rinsaldare la terra, piantare e poi raccogliere il raccolto. In seguito a ciò i terreni e i campi vengono bruciati e rasi al suolo al fine di fertilizzare con l’aiuto della cenere il terreno rendendolo privo di qualsiasi nutriente. La necessità di bruciare campi e terreni sorge dal fatto che è più economico ed è l’alternativa più giusta per ricostituire il terreno, attivando l’esigenza di bruciare i campi per creare nuovi spazi da coltivare, provocando così il cambiamento climatico ad accelerare con più velocità. Per attenuare e calmare questo conto alla rovescia, basterebbero piccole azioni, come piantare alberi, poiché svolgono il compito di intrappolare la CO2, permettendo l’emissione di ossigeno nell’atmosfera. La CO2 si trasformerà in una sostanza organica per poi diventare suolo fertile. Sono piccoli gesti che possono realmente fare la differenza se svolti collettivamente, ma soprattutto invitando tutti a rispettare di più la natura e quello che ci ha donato.