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Coronavirus: stiamo a casa e affrontiamo un problema alla volta.

Milano, 10 marzo 2020 – Il coronavirus è oggi l’argomento centrale del dibattito in tutt’Italia e nel mondo.

Da quando c’è stato il primo caso, in Italia non si parla d’altro: dai giornali ai telegiornali, ma non solo, anche nei programmi di varietà e nel web il virus è il principale, se non unico, tema che interessa tutti.

Dopo un iniziale stato di confusione, si è cercato in tutti i modi di limitare la disinformazione, riuscendoci, però, forse hanno esagerato un po’.                                                                              

Probabilmente sono partiti tutti con il piede sbagliato, una corsa alle notizie confusionaria e insensata che ha solo peggiorato la situazione, poi l’interesse è aumentato, così tutto il mondo delle telecomunicazioni si è adeguato; oggi, però, è tutto così ripetitivo, quasi forzato, come se si andassero a prendere notizie vecchie e già dette giusto per avere una scusa per parlare del virus. Forse è questo il problema, dove c’è ripetizione, nasce noia, dove c’è noia c’è disinteresse e dove c’è disinteresse c’è disattenzione: è per questo che molti non prendono precauzioni? Oppure il problema è inverso, le notizie sono così sensazionalistiche ed esagerate che si diffonde l’ansia e la paura, ma questo è altrettanto sbagliato, perché non serve terrore, bensì molta attenzione, lucidità e maturità.

Sì, possiamo tutti dire di essere più informati e quindi più attenti grazie a tutti i quotidiani o ai programmi che trattano del COVID-19, ma, se stessimo sottovalutando i problemi “veramente” importanti, per concentrarci su questo virus? Anzi, se il virus fosse un pretesto per farci dimenticare appunto degli altri problemi?

I  cambiamenti climatici, argomento centrale del dibattito mondiale, è praticamente scomparso dalle scene; il coronavirus, invece è oggi al centro di tutto. Il virus è ancora “invincibile”, ma, il ceppo è stato isolato si sta lavorando a un vaccino, i giovani non muoiono, eccetto rari casi, e se si presta attenzione e si rimane a casa, non c’è modo di prenderlo neanche per gli anziani. 

Invece i cambiamenti climatici non si combattono così facilmente e sono più pericolosi, quindi sono molto più importanti!

Il virus è quindi sopravvalutato, niente di che, solo uno stupido diversivo, non bisogna preoccuparsi, perché finirà tutto in un batter d’occhio.

Be’, se fosse realmente così, però, non avrebbe senso chiudere scuole, librerie, musei e (quasi) tutti gli edifici pubblici, solo per un semplice raffreddore a cui si può porre rimedio con un vaccino.

Tutti i problemi sono importanti, senza eccezione, solo che ora bisogna affrontare quello più urgente: ci sarà il tempo per combattere contro i cambiamenti climatici, ma, se non pensiamo al virus, questo potrebbe mietere troppe vittime e noi non lo possiamo permettere. E se facessimo tutto in contemporanea? Be’, io sono dell’opinione che bisogna concentrarsi su una cosa alla volta, ognuna a suo tempo, perché, se impariamo a vincere il virus, impareremo a vincere le malattie future, poi vinceremo la mortalità infantile e materna, poi la povertà…, infine, con i cambiamenti climatici impareremo a vincere anche noi stessi, eliminando le brutte abitudini che ci caratterizzano oggi e migliorandoci, creando un nuovo mondo. Ma, per arrivare lì, dobbiamo impegnarci a superare questa prima sfida.

Ma sembra che ci sia ancora qualcuno che non comprende bene la situazione, o forse l’ha già dimenticata.

Forse abbiamo dimenticato che non abbiamo cure, forse abbiamo dimenticato che finiscono i posti per terapia intensiva, forse abbiamo dimenticato che ci sono vite in gioco, non solo la propria, ma anche quelle delle persone che ci circondano, abbiamo dimenticato che lo possiamo trasmettere alle nostre famiglie, ai nostri amici.

Forse non ci rendiamo conto, o non vogliamo crederci, oppure semplicemente non ci interessa, ma ci deve interessare!

A Milano, sui Navigli, poche settimane fa, c’era una grande folla rumorosa di persone, quando dovremmo tutti stare in casa; appena è stato emanato il decreto governativo che intimava di rimanere in casa, tranne per i beni di prima necessità, tantissimi italiani ammassati tra loro sono corsi subito in stazione, seminando il caos, per fuggire o salvarsi, ma così facendo hanno creato il pericolo, loro sono diventati il pericolo!

Il colmo è stato in Francia, 3500 persone sono scese in manifestazione vestite da puffi gridando tali parole: “Pufferemo il virus!”

Forse a qualcuno verrà da ridere.

Forse qualcuno vedrà solamente una folla urlante addobbata in modo ridicolo. 

Io vedo solo immaturità.

Nessuno vuole morire, quindi state a casa, per favore…

Noi tutti staremo a casa.

Jacopo la Cecilia, III D