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Un nuovo progetto di periferia: una battaglia contro il grigiore del degrado

 di Sofia Allegro, 1B 

Le periferie si svilupparono durante la seconda rivoluzione industriale del XIX secolo, quando i ceti popolari progressivamente abbandonarono le campagne alla ricerca di lavoro nei nuovi stabilimenti industriali. Mentre il costo della vita dei centri storici cittadini diventava proibitivo per i nuovi ceti di lavoratori, andava aumentando la differenza fra le zone residenziali di buon livello e i quartieri operai, sovraffollati, eccessivamente vicini alle fabbriche, caratterizzati da pessime condizioni igieniche parallele alla crescita incontrollata, originata da una massiccia speculazione edilizia essenzialmente svincolata dal concetto di rispetto per gli abitanti. 

Nonostante siano passati due secoli, ancora oggi le periferie sono identificate come luogo di degrado ambientale ed umano, con una grande percentuale di abbandono della scuola, di bocciature, di assenze, di mancati diplomi, anche se negli ultimi anni il tasso di fallimento formativo, disomogeneo per via della disparità fra i sessi e fra regioni,  è passato dal 20,4% del 2006 al 13,8% del 2016. 

Si rileva una crisi strutturale sofferta dalle fasce adolescenziali di chi vive in periferia, determinata, oltre che dal tasso di abbandono scolastico, anche dalla scarsità dell’istruzione di base, acquisizione necessaria ai fini sia dello sviluppo sociale e personale, sia del dignitoso ingresso nel mondo del lavoro, sia dell’esercizio consapevole, rispettoso ed efficace dei diritti politici e civili che spettano ad ogni cittadino.

La purtroppo diffusa concentrazione di povertà materiale minorile, spesso rilevata sin dall’inizio della vita, si pone come aggravamento dell’esclusione che la scarsa scolarizzazione porta con sé.

A partire dal 1960, la scuola entrò nella vita ordinaria degli abitanti delle periferie, sia bambini sia adulti, per combattere l’ignoranza senza alcuna distinzione, dando così loro un futuro consapevole, in un momento storico di grandi modifiche sociali e dei grandi flussi migratori dal Meridione al Settentrione e dalle campagne alle grandi città, volti all’abbandono della miseria contadina.

Purtroppo, nonostante gli sforzi ed un primo, apparente successo della visione utopistica di aggregare le periferie alle città, le prime sono lentamente ma inesorabilmente entrate nella loro fase di declino. 

Negli anni Settanta, diversi progettisti ed architetti d’avanguardia si appassionarono alla grandiosa utopia di eliminazione del degrado urbano in cui le periferie versavano e a tale scopo si concentrarono sulla costruzione di immensi agglomerati abitativi popolari, come le Vele di Scampia a Napoli, oggi addirittura demolite, o il Corviale a Roma, una struttura tanto imponente da raggiungere il chilometro di lunghezza.

Queste strutture conobbero presto il degrado in quanto non furono mai affiancate dai necessari servizi, in quanto le imprese edilizie, che avrebbero dovuto sostenere costi molto alti, si fermarono a causa di difficoltà finanziarie senza aver terminato i progetti, che avrebbero dovuto comprendere, oltre agli alloggi, anche spazi di aggregazione sociale, negozi, parchi, scuole, uffici, oltre ovviamente ad efficienti collegamenti con la città.

Soltanto in tempi recentissimi si è sentita la necessità di sollevare il velo d’oblio sceso sulle periferie, cercando gli strumenti per metterne in luce la ricchezza in termini di umanità, di energia e di fresca linfa vitale.

Infatti, nel 2017 il governo italiano ha approvato ben 120 progetti di riqualificazione periferica, basati su diversi approcci di intervento; fra essi, quello che entro il 2022 riqualificherà l’area periferica circostante la fermata Bisceglie della linea M1 della metropolitana di Milano, che abbandonerà il triste grigiore, condanna del degrado, per vestire i panni del nuovo quartiere SeiMilano.

SeiMilano si fonderà su due cardini preminenti: il parco abitato, centro di aggregazione e di scambio dedicato allo sport ed al tempo libero, nell’ottica del concetto di natura fruibile ed armonica spesso estraneo alla popolazione più giovane delle periferie, ed al centro polifunzionale, realizzato con pareti mobili per una gestione modulare degli spazi, cuore spirituale del quartiere, sede di iniziative ed eventi volti all’arricchimento ed alla condivisione di esperienze culturali che saranno sostegno ed approfondimento di quanto verrà insegnato nelle scuole che sorgeranno nell’area.

Il progetto SeiMilano richiama quindi pienamente il nuovo sguardo che viene oggi rivolto alle periferie, improntato al recupero del rispetto dell’abitante con particolare riguardo alle esigenze dei giovani di arricchimento culturale e di fruizione di spazi naturali armoniosi e distanti dalla desolazione in cui precedentemente versavano.  

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SEIMILANO | Mario Cucinella Architects

Boy in Brown Hoodie Carrying Red Backpack While Walking on Dirt Road Near Tall Trees