La “fase 2” e i trasporti. Viaggeremo in modo sicuro?

Di Andrea Catzeddu

Con l’arrivo e l’espandersi del coronavirus in Italia e in tutto il mondo, siamo caduti in una profonda crisi economica e sociale.
In Italia il virus inizia a mietere vittime a Febbraio 2020 e, qualche settimana dopo, il governo impone la quarantena nazionale.

Durante il lockdown si può uscire solo in casi di assoluta necessità, quali approvvigionamento di viveri e farmaci, motivi stringenti di lavoro e/o salute. Gli studenti e molti lavoratori, sono tenuti a lavorare da casa in modalità “Smartworking”. Restano attive le industrie atte alla produzione di beni di prima necessità e, seppur in maniera molto razionalizzata, rimangono erogati i servizi pubblici, come i trasporti.


Ma chi lavora quotidianamente a contatto con il pubblico, è esente al 100% dal contagio di questo tanto temuto virus? La risposta, ovviamente è no. Sarebbe impossibile tenere aperto un supermercato o mantenere efficiente una rete di trasporto pubblico senza personale.
Tuttavia, l’obbligo del distanziamento sociale, vede molti utenti del trasporto pubblico tornare al mezzo privato. Non tutti, però, hanno la possibilità di possederne uno, ciò significa che il Trasporto Pubblico Locale deve necessariamente rimanere attivo.
Sin da prima della quarantena ufficiale, sono scattate le misure di prevenzione all’interno delle aziende. Gli autisti e l’utenza devono obbligatoriamente indossare guanti e mascherina di protezione a bordo dei mezzi, nonostante vengano sanificati e disinfettati quotidianamente prima di entrare in servizio. Per tutelare la salute dell’autista viene montata una catenella per separare il vano guida da quello passeggeri.

Tuttavia, in un primo periodo, queste norme norme non venivano particolarmente prese in considerazione dagli utenti, che spesso e volentieri oltrepassavano la catena in cerca di spazio.

Con lo scatto ufficiale della quarantena, i mezzi si sono svuotati notevolmente: viene così razionalizzato il numero delle corse.


Il vero problema giunge con la cosiddetta “fase 2”.
In questa seconda fase, le aziende di trasporto pubblico hanno riscontrato un elevato incremento dell’utenza. Queste  sono state nuovamente costrette a riconfigurare il numero delle corse e non solo, in modo tale da evitare una nuova ondata di contagi.
Rimarranno, infatti, in vigore gli obblighi di mascherina e guanti a bordo dei mezzi e non ci si potrà più sedere in tutti i sedili. Per mantenere l’obbligo di distanza sociale, molti posti a sedere sono stati contrassegnati da degli adesivi che ne vietano l’utilizzo. Un mezzo da 150 posti, di cui 30 a sedere, ora ne potrà offrire solo la metà, di cui 10 a sedere.
Ecco un video, registrato da un conducente di autobus della AMT di Genova, che illustra quanto spiegato:


Sempre a Genova si pensò e, successivamente si sperimentò, di “impacchettare” i veicoli con un telo di nylon, ma l’idea venne subito scartata visto l’elevatissimo costo che andrebbe a comportare e la scarsa efficacia del metodo stesso. I veicoli quindi continuano ad essere quotidianamente sanificati e, su di essi, viene installato un “contatore” che avvisa in diretta il conducente qualora il mezzo abbia sforato il limite massimo di capienza. In tal caso, l’autista può decidere di “saltare” la fermata successiva affinché il mezzo non si riempia ulteriormente.
L’ utenza può sapere preventivamente se il mezzo che sta aspettando è “al completo”, infatti i dati raccolti dai contatori, vengono resi pubblici tramite l’applicazione della AMT.

Per aumentare il numero delle corse, inoltre, sarà necessario, da parte dell’azienda, rimettere in servizio vecchi mezzi, ormai accantonati, ma ancora funzionanti.

I mezzi attualmente accantonati che potrebbero a breve rientrare in servizio


In molte altre città italiane vengono anche apportati sui mezzi e nelle fermate alcuni adesivi che indicano la posizione in cui ogni singolo passeggero può stazionare, in modo da rendere ancora più semplice il distanziamento.


In fin dei conti: sarà davvero sicuro tornare ad usare i mezzi pubblici? La risposta sta tutta nel comportamento che adotterà l’utenza. Le aziende stanno cercando in tutti i modi di sensibilizzare i viaggiatori a mantenere il giusto comportamento tramite pannelli informativi, annunci sonori all’interno dei veicoli, social networks e tanti altri. Per chi non rispetta il regolamento, è prevista una salatissima sanzione: questo, può essere un altro buon motivo per il quale ci convenga mantenere un comportamento rispettoso per la salute di noi stessi e di tutti.