Lettera ad un amico in tempo di Covid

Ciao Abdul,

come stai? Oggi è giovedì, ma come succede da ormai due mesi, questa sera non potrò rincorrere il 19 per arrivare puntuale all’allenamento. Da quando hai lasciato l’Avogadro nel 2017, gli allenamenti e le partite al parco della Colletta sono diventati i momenti che più attendevo durante la settimana, per poterti raccontare tutto quello che mi passava per la testa. Mi manca sentire il mister rimproverarci perché chiacchieriamo troppo nella corsa di riscaldamento, così come non vedo l’ora di tornare a prenderti in giro in campo, dicendoti di correre almeno qualche metro.

La verità è che queste sono cose alle quali qualche mese fa non davo minimamente peso, ritenendole scontate. Come ti ricorderai, abbiamo passato l’intera notte di Capodanno ad urlare come il 2020 sarebbe stato il “nostro anno”, pensando a tutte le cose nuove che avremmo potuto fare ma non dando minimamente peso alla nostra routine, che oggi è la cosa che più ci manca.

Se ci pensi, in tre mesi possono succedere tantissime cose che portano una persona a crescere e maturare, alla nostra età in particolar modo. La nostra vita è stata letteralmente messa in pausa da cause di forza maggiore, ma una volta superato questo momento avremo sicuramente qualcosa in più, che ci aiuterà a diventare persone migliori. Credo che stare per tanto tempo con noi stessi ci aiuti a capire cosa vogliamo realmente dalla vita, senza essere influenzati dalla situazione sociale che ci circonda solitamente. 

Credo che la cosa più difficile da sopportare sia la sensazione di impotenza che tanti di noi hanno, il dover sentirsi dire cosa fare e cosa non fare, ma in casi come questo ovviamente la sicurezza ed il buon senso devono prevalere su tali sentimenti. 

A mio parere ognuno dovrebbe cercare di sfruttare questo momento al meglio, approfittandone per dedicarsi a cose che nella solita routine passavano in secondo piano a causa di impegni lavorativi, di studio o di altro tipo. Io, per esempio, ho iniziato a studiare per prendere la patente, dopo aver rimandato numerose volte.

Ad ogni modo, spero di poter tornare ad allenarci e ad uscire insieme il prima possibile, anche perché ho comprato un nuovo paio di scarpe da calcio, giusto pochi giorni prima che iniziasse la quarantena, sarebbe un peccato lasciarle nella scatola a prendere polvere!

Scherzi a parte, la cosa migliore che possiamo fare è aspettare che tutto ciò finisca, senza stressarci troppo al riguardo, perché è una situazione sulla quale l’unico “potere” che abbiamo è quello di comportarci nella maniera migliore possibile per garantire la sicurezza ai nostri cari e a tutti gli italiani.

Con ciò ti saluto, sicuro del fatto che dopo quest’avventura, se così possiamo chiamarla, il nostro legame e quello con le persone alle quali vogliamo veramente bene sarà ancora più forte!

Un abbraccio, 
Dario

Dario Simonetti  4AL