• Home
  • Blog
  • Articoli
  • #anselelgortisoverparty: come un hashtag può cambiarti la vita

#anselelgortisoverparty: come un hashtag può cambiarti la vita

Le fake news possono distruggere una vita. Tutti abbiamo sentito parlare, almeno una volta, di “fake news”, notizie false o manipolate: vengono pubblicate con lo scopo di ottenere visibilità e con l’avvento dei social media il loro effetto è stato amplificato.

Così negli ultimi anni questo fenomeno è cresciuto in modo esponenziale e non sempre si riflette sulle conseguenze per i protagonisti. Prendiamo come esempio quello che è successo poche settimane fa su Twitter.

Il 19 giugno una ragazza ha utilizzato l’uccellino più famoso del web per accusare l’attore ventiseienne Ansel Elgort di violenze sessuali. Gli eventi raccontati risalirebbero a quando la ragazza aveva diciassette anni, nel 2014, anno di uscita dei film che ha reso famoso Elgort, “Colpa delle Stelle” e il primo della trilogia di “Divergent”. 

Alla fine, i follower hanno avuto le versioni di entrambi le parti: all’accusa di lei, lui si è difeso sostenendo che la loro relazione fosse completamente consensuale e scusandosi in caso alcune sue azioni l’avessero ferita. Ad oggi, non sappiamo come questa storia si evolverà e quale sia la verità, ma sicuramente si tratta del primo tassello che ha dato inizio alla caduta del domino.

I giornali sul web non hanno esitato a rilanciare a loro volta la notizia, e prestol a loro attenzione è stata attirata da un’altra accusa, pubblicata sullo stesso social il 20 giugno, questa volta ai danni della popstar Justin Bieber. La condotta del cantante in passato non è stata delle migliori, ragione per cui il popolo di Twitter non ha avuto problemi nel credere alle parole della ragazza, ma queste sono state velocemente smentite.

Bieber, infatti, ha mostrato sul suo profilo le prove che dimostrano che, nella notte indicata, si trovava con la fidanzata dell’epoca, l’attrice Selena Gomez. Bieber ha poi aggiunto che le molestie sessuali non sono un argomento su cui poteva rimanere in silenzio, poiché troppo delicato per non dimostrare al mondo cosa fosse successo veramente.

Ma la reazione a catena si era innestata, e con questa l’attenzione dei media:  il giorno seguente, infatti, si sono registrate altre accuse: a finire nel mirino sono stati due degli ex membri degli One Direction, Harry Styles e Zayn Malik, e quattro membri del cast della serie Riverdale, Vanessa Morgan, Lili Reinhart, KJ Apa e Cole Sprouse.

Ma quando si toccano personaggi di questo livello, cari a milioni di ragazzi, i fan si muovono diventando detective. Si è compreso lo schema chiaro del modo in cui agivano: l’account veniva creato il giorno stesso, con uno dei nomi casuali proposti da Twitter, e gli unici post che contenevano erano quelli relativi alla loro “disavventura”, per poi essere eliminati del tutto nel giro di qualche ora, non prima che gli screenshot fossero stati condivisi da persone differenti.

Le testimonianze erano diventate presto virali, accompagnate da un hashtag che vedeva il nome della celebrità, seguito dall’espressione is over party, per indicare come la sua carriera dovesse essere distrutta in seguito alla rivelazione ricevuta.

Chi ha parlato con maggiore chiarezza e uno sguardo più lucido sulla situazione in corso, è stato Cole Sprouse, utilizzando lo stesso mezzo di diffusione scelto dalla ragazza che aveva mosso le accuse. Contre semplici tweet, ha spiegato che un team di avvocati si stava già occupando della questione che vedeva, ingiustamente, lui e i suoi compagni come protagonisti ma non era quello a preoccuparlo: ha tenuto a specificare, infatti, che in quel momento non erano importanti le conseguenze che ciò avrebbe potuto avere sulla sua carriera, ma bensì sulla vita delle vere vittime di abusi.

È stato successivamente provato che i profili che hanno dato il via all’hashtag “over party” appartenevano tutti alla stessa persona che da tempo tentava di mettere nei guai il cast della serie Riverdale. Allo stesso tempo, la foto che era stata allegata come prova contro Harry Styles, si è dimostrata essere un fotomontaggio e la donna presente nella foto originale ha tenuto a prendere le sue difese.

Per quanto riguarda Zayn Malik, non c’è stata alcuna dichiarazione da parte dell’interessato, ma sembra non essere necessaria. Tenendo in mente gli eventi degli ultimi giorni, la totale mancanza di prove e l’eliminazione dell’account, l’accusa è stata automaticamente associata alle altre bufale. Allo stesso modo è stata trattata quella rivolta il 23 giugno al suo ex compagno di band, Louis Tomlinson.

Dopo tutto questo chi potrebbero subire le vere conseguenze, perciò, sono coloro che desidereranno denunciare molestie in futuro. Ogni persona che mente su ciò che ha passato sta privando di credibilità chiunque abbia vissuto veramente esperienze del genere, un’azione che dovrebbe essere considerata al pari delle calunnie nei confronti degli accusati.

I social network hanno dato il meglio e il peggio di loro nello scorso mese, con lo scorrere parallelo del Black Lives Matter e degli Over Party, ma ci hanno mostrato ancora una volta la loro potenza e quale dovrebbe essere la nostra priorità: mostrare attenzione al modo in cui le nostre azioni influenzino le vite altrui.

Zoe Della Pelle