Avventura su Mikàniveer – Racconto

Tanti secoli fa, c’era un mondo, Mikàniveer. Ogni cosa che sulla Terra non poteva succedere, su Mikàniveer poteva succedere. Insomma in questo mondo, poteva accadere di tutto e, verso l’Est di queste terre, sorgeva il paesino di Ramin. In questa cittadina non succedeva mai niente di interessante, una noia mortale, insomma…
Il giovane Gik era un normalissimo ragazzetto di Ramin che soffriva di giornate soporifere e l’unico posto dove si divertiva era il Draghi & Draghetti di Mr. Paolo Proti. Era un luogo fantastico: prima di tutto la porta era fatta da scaglie di drago, e già questo basta. Inoltre i prodotti erano stranissimi e originali e periodicamente Gik faceva un salto per prendere qualche regalino al suo draghetto domestico Ikaly. Mr. Proti era un uomo intorno alla sessantina con un grande cappello di paglia e un vecchissimo paio di occhiali. Era molto simpatico con tutti ma allo stesso tempo sembrava un po’ misterioso.
Una mattina sulla prima pagina del quotidiano “Il Correttino” c’era scritto a caratteri cubitali “ATTENZIONE: Lamanula punta Ramin, all’imbrunire ripararsi al più presto”.
Per fare il punto: Lamanula era l’uomo più cattivo e ripugnante che sia mai vissuto su Mikàniveer. Con il suo drago sottometteva ogni città che gli capitasse a tiro e, ovviamente, non c’era persona che non lo temesse.
La città era nel panico. Tutti quanti andavano ad avvisare i loro amici e i loro amici andavamo ad avvisare chiunque conoscessero. Anche Gik era impaurito, ma Mr. Proti no. Lui, nonostante l’età, era più temerario di un ragazzone di 13 anni. Gik gli disse: «Ma sei serio? Lamanula ti farà a fette». Il negoziante non esitava: lui conosceva i draghi. Si raccontava che un giorno avesse resistito al fuoco del drago di Lamanula. Inoltre, lui era infinitamente grato a Ramin per averlo accolto quando fu bandito dalle terre del Sud. Voleva difendere la cittadina. Il fascino ed il coraggio di Mr. Proti spinsero anche Gik a partire.
Così il ragazzetto e il sessantenne si incamminarono per le terre del Nord, la patria di Lamanula. Gik era un giovane molto vivace e non si stancava facilmente; meno lo era Mr. Proti (ovviamente per l’età) ma comunque i suoi 20-25km quotidiani era ancora in grado di farseli tutti senza fiatare. Dopo quasi quattro giorni erano già vicini al capoluogo dell’Est, nella foresta pluviale Kink. Verso sera Gik cominciò a sentire dei suoni Un po’ sinistri fino a quando… STUNK!
Da un albero cadde un lecca lecca vivente. «Incredibile!» esclamò Gik. A questo punto il “dolce vivente” fulminò un riccio che passava lì vicino. Magicamente l’animale diventò un cumulo di spighe di grano. «Paolooo! Aiutami! Dove sei?» Mr. Proti era andato a raccogliere provviste ma come un falco arrivò e tirò un calcio acrobatico e stese il lecca lecca. Gik era incredulo: «Non sapevo tu fossi così abile nelle arti marziali. Comunque grazie!»
Per qualche ora furono guardinghi e controllarono non ci fossero altri lecca lecca in agguato e poi proseguirono il viaggio. Quella notte riuscirono a trovare una casetta diroccata. Con qualche piccola riparazione, almeno per una volta riuscirono a dormire sotto un tetto.
Il mattino i nostri eroi ripresero il loro cammino con molto spirito di avventura diretti verso le terre del Nord. Gik era molto più determinato del solito. IL viaggio continuò…
Dopo qualche mesetto erano già arrivati alle regioni nordiche. Mancavano all’incirca 20km al castello di Lamanula ed erano nel deserto Derserdol, quando improvvisamente spuntarono dalla sabbia dei serpenti che spararono fiocchi d’avena velenosi. Sì, avete capito bene! Gik pensò tra sé e sé “Ora è il mio turno, prima Paolo mi ha salvato e ora devo ripagarlo perché è ferito (si era preso una storta poco prima)”. Così il ragazzo prese un bastone e iniziò a sferrare colpi ai denti dei serpenti. Si prese in spalla Proti e corse a gambe levate. Fecero una pausa e dopo ripresero il viaggio verso l’oscuro castello di Lamanula. Proti si stava riprendendo dalla storta presa prima dell’agguato dei serpenti e fortunatamente quando arrivarono al castello del tiranno il vecchio signore si era del tutto ripreso.
Sia Gik che Paolo erano pronti ad affrontare il primo dei due ostacoli del castello di Lamanula: il suo arcigno, rozzo e sanguinoso drago. «Dai, che ce la possiamo fare» ripeteva Gik tra sé e sé e durante quell’avventura aveva assunto molto coraggio. Aprirono l’enorme portone e varcarono la soglia. Ovviamente quella non era la vera e propria “porta di sicurezza”. Era solo una… una finta. Il cortile del castello infatti era una distesa di casette dove c’era una targhetta con il nome di una città: era un modo per ordinare tutte le città conquistate. Sia Gik che Proti non volevano affatto vedere una targa con scritto “Ramin”. Ad un certo punto il Sole tramontò e dalla cima di una collina si fece avanti una figura molto, molto inquietante: era di una forma piuttosto affusolata. Era lui: il drago di Lamanula, cavalcato da lui stesso con indosso una spaventosa armatura nera
Subito partì una bella sparata di fuoco da parte del drago e via al duello! Gik e Mr. Proti sembravano abbastanza in difficoltà davanti a una figura di tale potere. Nonostante questo però con grinta, voglia e un po’ di sottovalutazione da parte di Lamanula, Proti con un calcio acrobatico stile Tai-Chi ferì il drago non permettendogli più di volare, così che quindi fu definitivamente battuto.
A questo punto Lamanula era con le spalle al muro. Gik e Mr. Proti stavano per salvare l’intero mondo di Mikàniveer. Improvvisamente però il tiranno, quando sembrava spacciato, si duplicò. Il fatto che Lamanula potesse duplicarsi per molti cittadini del Sud era una solo una leggenda ma di sicuro se i nostri due eroi fossero tornati sani e salvi avrebbero spifferato questo segreto a tutti finendo su tutte le testate giornalistiche.
Comunque Gik e Proti avevano probabilità minime di tornare vivi. Seguì qualche attimo di assoluto silenzio con il terrore stampato sulle facce degli eroi.
Improvvisamente però avvenne un fatto incredibile: Lamanula e il suo clone si volatilizzarono in polvere. Evidentemente il “vero uomo” aveva preteso troppo dal suo corpo, consumando troppa energia per diventare doppio e quindi non aveva più forze per rimanere intatto. Gik e Proti gongolavano di felicità per aver ricevuto per primi la notizia che Mikàniveer era finalmente libera. Tornarono a Ramin per diffondere la notizia che poi sarebbe stata diffusa in tutto il mondo.
Furono fatte strabilianti feste con fuochi d’artificio e in tutte le testate giornalistiche sulla prima pagina a caratteri cubitali c’era scritto “EVVIVA!: é tutto vero”.
Ma il più felice di tutti era Gik, contentissimo per aver trovato dentro sé stesso il coraggio necessario a salvare il suo mondo.
Ariel / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze