Il coronavirus mette a rischio la nostra salute mentale

Lo stato, per limitare il più possibile la diffusione del coronavirus, ci ha dato precise regole da rispettare come: lavarsi più spesso, mettere le mascherine e l’amuchina, ma soprattutto ci ha messo tutti in quarantena, in questo modo si limitano i contatti tra le persone.
Considerando che le persone anziane hanno già un sistema immunitario abbastanza ridotto rispetto alle persone più giovani, come noi ragazzi, ma anche organi non più perfettamente funzionanti, e la maggior parte delle volte anche malattie, come problemi al cuore o alla respirazione, si deve considerare il fatto che sono i più esposti al virus. Ma quindi i ragazzi sono immuni al virus? La risposta è no, infatti la possibilità di contagio è ridotta ma non per questo non bisogna prendere questa situazione sotto gamba, continuando ad uscire senza prendere le dovute precauzioni.
Il virus, però, non ci colpisce solo fisicamente ma anche mentalmente, infatti, soprattutto per le persone che soffrono di depressione, i sentimenti negativi possono aumentare stando troppo tempo in casa, perché le persone come loro tendono ad isolarsi, per questo motivo veniva detto loro di restare in contatto con le persone, spronandoli alla socialità, cosa che adesso bisognerebbe limitare o addirittura eliminare. Le persone che soffrono di ansia, invece, la vivono in maniera diversa: vengono sommerse da preoccupazioni, timori e dubbi, in più l’ansia porta con sé il desiderio di agire e ciò può portare a comportamenti irrazionali, come gli attacchi di panico. Ma questo succedeva anche prima, infatti, l’isolamento può essere per certi versi una situazione paradossale in chi soffre di disturbi ossessivi-compulsivi. L’importante è che chi soffre di salute mentale non si senta abbandonato, infatti, si possono continuare ad avere contatti con i propri medici curanti, per trattamenti, psicoterapie e consulti, attraverso strumenti come Skype, Whatsapp e Facetime. Oggi che siamo costretti a vivere una realtà più dall’interno questi diventano i nostri unici strumenti; tutti i servizi di psichiatria, inoltre, continuano a funzionare per tutti i casi più gravi e anche se si sono chiusi gli ambulatori e i centri diurni, molte strutture continuano a vedere i propri pazienti, andando a domicilio o ricorrendo, appunto, a piattaforme come Skype.
Durante l’isolamento, però, è anche importante provare a organizzare e pianificare la propria giornata e mantenere i contatti con amici e familiari, attraverso la tecnologia che abbiamo oggi a nostra disposizione. Chiedere agli altri cosa fanno e come organizzano la loro giornata è importante, non tanto per imitarli ma piuttosto per avere uno spunto, un incoraggiamento e un suggerimento, perché la nostra forza sta nella nostra capacità di acquisire e imparare rapidamente l’adattabilità.
Anche se siamo in spazi sicuramente molto più ristretti, questo non ci deve impedire di portare avanti stili di vita sani, seguendo un’alimentazione corretta e svolgendo attività fisica, perché la vita va avanti e non bisogna fermarci a questi piccoli ostacoli.
Sembra strano ma anche noi nel nostro piccolo possiamo fare la differenza, con un semplice gesto che per molti di noi ormai rappresenta la quotidianità in queste ultime settimane, quale?: #iorestoacasa, per rispetto mio, degli altri e dei medici, che ogni giorno combattono per salvarci la vita, avvolte anche portandoli alla morte, e voi?
[Articolo scritto durante il lockdown]
Ania / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze