Racconti dai primi giorni di scuola: Gli Invisibili

QUESTA MATTINA MI SONO SVEGLIATA E, GUARDANDOMI ALLO SPECCHIO, HO SCOPERTO DI ESSERE DIVENTATA INVISIBILE…

Come ogni mattina alle 6:35 suona la sveglia.

Mi alzo, vado in bagno, mi vesto ancora tutta addormenta, mi lavo i denti e poi la faccia e infine mi guardo allo specchio, ma… non vedo nulla!!! Inizio a urlare e la mamma, mentre prepara la colazione, sente, corre sopra in bagno e con grande paura dice: “Chi è che urla così? Cosa è successo?”

Allora si sente una voce che risponde: “Mamma, sono io, sono diventata invisibile… aiuto!” La mamma si affretta a rispondere: “Bello scherzo, Matteo, molto bravo,  e ora vestiti che papà ti porta a scuola”. Al che mio fratello Matteo, ancora mezzo addormentato, fa: “Mamma, cosa è che hai detto? Io mi sono appena svegliato…”, e la mamma: “Sì, certo, e ora vestiti”.

Nessuno si era accorto di me. Io, spaventata, salii in macchina, ovviamente con qualche difficoltà, però ci riuscii, andai a scuola e ovviamente tutto ciò che indossavo diventava invisibile, mi sedetti al banco e la mia professoressa, che racconta le storie horror, proprio la professoressa di italiano, vide la sedia che si spostava dal banco e disse a tutta la classe: “Avete visto anche voi la sedia che si muoveva???” Ma tutti risposero “No”, perché erano troppo impegnati a tirare fuori il foglio con la temperatura registrata quella mattina.

La professoressa continuò con l’appello: “Leonardo” e da in fondo alla classe si sentì: “Presente”; poi: “Iris” e si sentì: “Presente”. Ora toccava proprio a me: “Mosca Margherita”, e io con voce tremante risposi: “Sono qui, professoressa!”.

Tutti, spaventati, si guardarono intorno e Marcello, che era seduto vicino a me, disse: “Professoressa, ha sentito  anche lei? Qualcuno ha risposto al suo appello…”. La professoressa disse: “Sì, Marcello, hai proprio ragione, anche io ho sentito una voce”. E io: “Professoressa, sono io, Margherita, la prego, mi aiutiiiiiiiii”.

La professoressa, incredula: “Margherita, se sei veramente qui dimostramelo”. Io allora mi alzai dal banco – ovviamente con la mascherina addosso, perché è vero che ero diventata invisibile, però le regole anti Covid erano ancora valide – mi precipitai alla lavagna e con un gessetto scrissi il mio nome e la professoressa allora capì che c’ero veramente e mi disse: “Margherita, dobbiamo trovare un modo per poterti vedere e così potremo trovare una soluzione”. Io risposi: “Un’idea per il momento ce l’avrei”, aprii lo zaino e tirai fuori tantissimi evidenziatori e mi colorai ovunque. Non sapevo se avrebbe funzionato, ma poi la mia vicina Denise mi disse: “Margherita, piano piano iniziamo a vedere i colori degli evidenziatori” e così diventai visibile in parte, ovvero solo i colori degli evidenziatori erano visibili, io non ancora.

Insieme a tutti i miei compagni e alla professoressa, escogitammo un piano. Alcune persone della mia classe avevano sentito parlare del vudù e Martina disse: “Sì, ho sentito parlare di un negozio di vudù proprio qua vicino” e Sofia completando la frase aggiunse: “E’ vero, potremmo esprimere un desiderio”.

Così, tutti insieme, ci precipitammo al negozio di vudù, il “Magic Biella”. Entrai con la professoressa e alcuni miei compagni e il proprietario disse: “Ciao, Margherita, ti stavo aspettando”. Allora, proprio in quel momento, io feci, decisa: “Come fa a vedermi, ma soprattutto a conoscermi?” E lui: “Semplice, io vedo tutto e so tutto e quindi so anche che sei qui perché vuoi esprimere un desiderio”. Io dissi: “Sì”, e lui: “Dammi un tuo capello”. Io, impaurita, glielo diedi e lui tra sé e sé disse qualcosa, poi mi fece gesto di esprimere il mio desiderio: io lo espressi e… tornai normalissima!!!

E per concludere in bellezza, la professoressa, per festeggiare la riuscita dell’impresa,  ci portò tutti a prendere il gelato.

Margherita Mosca, I D

 

INVISIBILE PER UN GIORNO

Questa mattina mi sono svegliata e, guardandomi allo specchio, ho scoperto di essere diventata invisibile!!! All’inizio non capivo cosa fosse successo, fino a quando non mi sono ricordata che la sera prima, guardando le stelle fuori dalla finestra e immaginando la mia vita da invisibile, era scoppiato un lampo di luce a farmi diventare proprio invisibile.

Non so che cosa succederà adesso, ma sono pronta a scoprirlo. Visto gli scherzi che mi ha fatto la mia famiglia ad ogni compleanno, quando vedo la mamma che si prepara la colazione, penso: ”Vediamo un po’ cosa fare”. Mi metto ad urlare: “Mammaaaaaa!” e così lei, riconoscendo la mia voce, mi chiede dove sono e io le rispondo: “In camera”.

Quindi lei va in camera e io mi mangio tutta la sua colazione. Poi vado da mia sorella che sta giocando con le bambole. Quando lei si gira, io metto le bambole sul suo letto, allora lei lancia un urlo e scappa dalla mamma. Poi vado dal papà che sta montando la libreria e gli apro le scatole e tiro fuori tutti i pezzi. Vado a fare una passeggiata e vedo un signore anziano vestito in modo strano. Quando alza la testa verso di me diventa invisibile anche lui diventa invisibile anche lui. Si presenta e gli chiedo come fa a vedermi. Lui dice che ha sbagliato un incantesimo e mi è venuto a cercare per annullarlo. 

Quando torno a casa racconto cosa mi è successo e i  miei famigliari capiscono tutto e vogliono conoscere lo stregone. Da domani lo stregone prenderà lezioni di magia, così non succederà più che qualcuno diventi invisibile per errore.

Martina Ghelfi, I D

 

SONO INVISIBILE!!!

Era una mattina come tutte le altre: mi svegliai, mi alzai dal letto (con molta fatica), andai in bagno a lavarmi la faccia, mi pettinai,  ma, quando mi voltai verso lo specchio, non riuscivo a vedermi! All’inizio  pensavo che fosse uno dei soliti scherzi di mia sorella, ma poi  notai che anche guardandomi le mani non le vedevo. Ero  felicissimo, perché era sempre stato il mio sogno diventare invisibile e finalmente avrei potuto fare tantissime cose che da visibile non avevo mai potuto realizzare: per esempio molti molti scherzi a mia sorella… 

Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai nella camera di  mia sorella. Stavo per buttarla giù dal letto quando lei si alzò e mi pestò un piede, così inciampai su un peluche, feci una mezza capriola  in aria e per non farmi ancora più male mi aggrappai al  lampadario… peccato che non era fissato bene e caddi sul letto.

Un po’ (tanto) dolorante andai al piano di sotto: scesi le scale, ma anche questa  volta non finì bene. Mi dimenticai che la mamma aveva appena pulito  ed era tutto scivoloso, così iniziai a slittare: sembrava che facessi  snowboard!!! Finalmente c’era la colazione, ero in cucina e  chiesi alla mamma se mi dava i biscotti, allora lei iniziò a guardarsi intorno:

– Leo, Leo, dove sei?

– Sono qui!

Qui dove?

– Dietro di te… ora  davanti…

– Leo, basta, mi stai stufando!

– Va bene, sono seduto al mio  posto, adesso.

– Tieni la cartella e ora vai a scuola!|

Ero appena entrato in classe e  avevo già incominciato a far pasticci: mi scivolò l’astuccio dalla  cartella, allora mi chinai per raccoglierlo, ma il peso dello zaino  mi fece cadere per terra e come una boccia feci cadere i cestini. La bidella allora si spaventò e con un balzo arrivò sul banco con il mocio puntato verso di me come un’arma. Dovete sapere che mi vedeva perché avevo tutta la spazzatura addosso, così iniziò ad attaccarmi  col mocio, urlando: – Un fantasmaaaa! – Io allora presi una riga (sapete, quella bella lunga di Tecnologia): sembrava un duello di spade laser in stile Star Wars! La bidella  con un colpo da maestro mi fece entrare i feltrini del mocio in bocca, ma io li staccai con i denti e li mandai giù, non erano cattivi. Quando tornai a casa mi misi nel letto e mi addormentai subito.

La mattina seguente mi svegliai rassegnato: – Rimarrò  invisibile per sempre, ormai…

Andai giù e subito la mamma disse: – Leo, sei di nuovo tornato visibile!!!

– Veramente?

– Sì!

– Wow, finalmente!

Ma… che cos’è sta puzza di pattumiera, Leo???

Incominciai a pensare che forse sarebbe stato meglio rimanere invisibile…

– Vai immediatamente a farti la doccia! 

– Non ci penso proprio!!! 

Leonardo Migotto, I D