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Dedicato a Gianni Rodari… NUOVISSIME AVVENTURE DEL NASO CHE SCAPPA

IL NASO SCOMPARSO

Questa mattina mi sono svegliato e, guardandomi allo specchio, ho scoperto con orrore che il mio naso era scomparso!!! 

All’inizio, pensavo che fosse stata un’allucinazione o avessi perso la testa per lo stress, però, poi, mi sono accorto che in effetti il naso poteva essere scomparso sul serio. La spiegazione adatta e sensata era che lo avesse fatto perché si annoiava a restare sempre fermo e immobile in mezzo alla mia faccia, quindi aveva deciso di farsi un viaggetto… Prima, per sicurezza, l’ho cercato in casa, ma niente, non c’era in nessuna parte della dimora; forse, mi sono detto, non avevo cercato bene, ma anche con l’aiuto di mia mamma non l’abbiamo trovato, nemmeno lungo le scale del palazzo.

Non trovandolo, sapevo che per forza doveva essere scappato; di conseguenza, mi sono diretto in qualsiasi luogo pubblico possibile e immaginabile: la mia prima meta sono stati i giardinetti vicino alla scuola primaria Lamarmora, dove non ho trovato nessuna traccia del mio naso, lo stesso con lo skate park, il parco giochi vicino al supermercato e il giardino delle “Tre carote”, davanti al liceo. 

Ormai avevo quasi perso le speranze di ritrovarlo. L’ultima chance era il giardino accanto alla caserma della polizia. Purtroppo… NULLA. Ma c’era una piccola ombra, sotto un albero carico di foglie. Mi sono avvicinato e, per miracolo, c’era il mio naso, che non mi ero mai accorto quanto fosse importante per me. Curioso di avere una spiegazione e capire tutto, gli dissi: “ECCOTI! Mi sei mancato, ma perché sei fuggito?”

“In realtà sono fuggito perché oggi è la giornata dedicata ai nasi, allo scopo di far ragionare le persone su quanto siamo importanti e per avere la libertà di riposarci un po’”.

“Però me lo potevi dire!”

“L’ho fatto, ho lasciato un bigliettino sulla tua scrivania!”

“Aaaaahh! Ero talmente preoccupato che neanche l’ho letto”.

“Mi sa che hai imparato qualcosa di prezioso! Qualunque cosa ci circonda, che sia bella o brutta, è un dono,  per cui impariamo ad apprezzarla finché ce l’abbiamo”.

Badr Asnidf, I D