After Life: la ricerca di una felicità perduta

Nei meandri del catalogo Netflix salta all’occhio la serie originale, scritta e diretta da Ricky Gervais: After Life. Il comico britannico prende i panni di Tony, giornalista di una piccola cittadina inglese, cambiato totalmente dopo la morte della moglie. Da marito simpatico e burlone qual era, Tony diventa estremamente cinico. Non si pone limiti nel dire ciò che pensa a chiunque, facendosi odiare dai più per i suoi atteggiamenti.

Sono proprio questi aspetti ad evolversi, nel corso della serie, in maniera sempre più evidente: dal menefreghismo e dalle tendenze suicide, che caratterizzano la prima parte, Tony riesce a cogliere il valore della vita e della “gentilezza”. Questo lento cambiamento avviene soprattutto grazie ai personaggi che gli ruotano attorno. Tentano, chi più chi meno, di aiutarlo nel suo graduale percorso di rinascita. Nessun soggetto è, ovviamente, lasciato al caso. Dietro ognuno c’è una storia fatta spesso di sofferenze, perdite e difficoltà quotidiane.

Una tragicommedia fondata sul quotidiano

L’intero plot si basa sulla routine quotidiana di Tony: porta a spasso il cane, riceve la posta, lavora, va a trovare il padre presso la casa di riposo, intervista i bizzarri personaggi del paese desiderosi di una prima pagina sul giornale, si intrattiene in discorsi, soprattutto di stampo nostalgico, con amici e sconosciuti. Queste azioni, all’apparenza statiche, che sembrano non far evolvere in alcun modo la trama, hanno invece qualcosa di nuovo da offrire sul piano emotivo. Permettono di immergersi nell’argomento, di conoscere a fondo il protagonista e la sua storia coniugale. La moglie defunta è infatti la coprotagonista della serie. Attraverso i ricordi, i video e gli aneddoti, si comprende come per Tony sia fondamentale la sua figura e, allo stesso tempo, costituisca il suo principale limite per provare ad andare avanti. La sua continua presenza può risultare quasi sgradevole tuttavia è fondamentale per il prosieguo dell’intera vicenda.

Ricky Gervais riesce a coniugare perfettamente un intelligente black humour, che da sempre lo contraddistingue, e una storia struggente, dove un po’ si ride e un po’ si piange.

Con la terza stagione, già annunciata e in arrivo, il percorso di Tony continua e,  forse, dalla “gentilezza” riuscirà  ad arrivare alla “felicità”.

di Federico Di Lello