Covid-19, diritto alla salute o tutela della privacy?

Diritto alla salute o tutela della privacy? È questa una delle domande che ci siamo posti durante la pandemia da Covid-19. L’emergenza sanitaria ha cambiato drasticamente la vita delle persone,  privandole di alcuni diritti fondamentali; ciò ha creato un conflitto tra il diritto alla salute e la tutela della privacy. Pertanto c’è da chiedersi: “Se una persona risultata positiva al tampone è entrata in contatto con altre persone, è obbligata ad  avvisarle oppure può tenere segreta la propria situazione sanitaria?”.

L’articolo 32 della costituzione cita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”. La Carta dei diritti dell’Unione europea cita: “ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano”. Nonostante la comparazione tra questi due diritti, data l’emergenza sanitaria, si ritiene più  importante tutelare la salute e, quindi, avvisare i contatti, che tutelare la privacy del singolo individuo. L’attuale situazione nel nostro paese comporta che il diritto alla salute sia prevalente rispetto a molti altri diritti come, quello alla libera circolazione che in situazioni di pandemia è altrettanto limitato. Per tentare di  contrastare l’epidemia  è, quindi, necessario anteporre il benessere comune a quello individuale.

Camilla Patscot, III A