Discriminazioni in ambienti scolastici

Nell’età moderna in Occidente la maggior parte dei bambini hanno accesso all’educazione, frequentando le scuole e ricevendo in tal modo un’appropriata educazione, inoltre hanno la possibilità di accedere ad un gran numero di informazioni e strumenti che fino a non molto tempo fa erano riservate, se non inaccessibili, ad un ristretto numero di persone. Quest’elevazione del grado di istruzione della popolazione dovrebbe consentire una facilità maggiore nell’accettare il diverso, purtroppo invece è sempre più frequente venire a sapere di notizie che dimostrano come ci si stia dirigendo nella direzione opposta.

Tutto ciò genera preoccupazione tra i docenti e i genitori (chiaramente anche tra questi sono presenti elementi che non accettano ciò che è diverso), i quali vedono per i propri ragazzi un futuro cupo in cui la società si ostina ancora ad accettare la violenza e il razzismo contro le diversità.

Questo aspetto va combattuto soprattutto in ambito scolastico per sconfiggere le discriminazioni che spesso si verificano all’interno delle classi; se si vuole cambiare la società bisogna fare in modo che i ragazzi vengano educati all’inclusione e al rispetto reciproco, e chi ha il compito di insegnare determinati aspetti e a impedire la diffusione dell’odio è appunto la scuola.

In modo istintivo un bambino tende ad accogliere tutti quelli che hanno la sua stessa età senza far caso al colore della pelle o altre diversità, ma purtroppo la nostra società può spingerlo ad adottare comportamenti che possono sfociare nel bullismo e nelle discriminazioni; esiste infatti un tipo di discriminazione puramente sociale: il soggetto, che per qualsiasi motivazione, viene discriminato ed emarginato.

Ogni ragazzo deve essere libero di esprimere la propria sessualità, la propria religione, ma più di tutto deve sentirsi libero di essere se stesso senza dover essere discriminato; gli altri ragazzi devono capire soprattutto che la diversità di un altro coetaneo non nuoce in nessuna maniera alla loro quotidianità.

Questo sforzo richiede l’impegno di tutti: genitori, insegnanti e in primo luogo dai ragazzi stessi.

Francesco Iob 3E