Andare in chiesa durante il coronavirus

La religione è sempre stato un argomento su cui c’era e c’è molto da discutere. È fonte costante di confronto e di dialogo perché, soprattutto oggi, le persone hanno pareri contrastanti riguardo questo argomento. Oramai molte persone hanno smesso di credere in Dio e quindi delle volte esistono dibattiti di persone credenti che cercano di convincere determinate persone a ricredersi. Certo, si può dialogare e parlare, non c’è bisogno che due persone abbiano le stesse opinioni, ma è sempre bene che questi dialoghi siano pacati per non arrivare a offendere o giudicare il pensiero di un’altra persona.
La religione è sempre stata molto importante, non lo si può negare, ma in questi anni sta diventando sempre meno valorizzata a causa di falsi miti su di essa. Fino a marzo del 2020, i fedeli andavano regolarmente a messa per mettere in pratica quelli che sono i valori necessari per essere definiti credenti; anche se poi, quando la situazione a fine febbraio scorso è diventata incontrollabile, il Governo ha preso la decisione di chiudere tutti gli ambienti che potessero essere fonte di contagio per la popolazione. In quel momento anche la Chiesa si è dovuta fermare: non si poteva andare più a messa come una volta e quindi hanno preso la decisione di far assistere le persone alla messa attraverso la televisione, permettendo a tutti i credenti di poter pregare da casa. Non si sa se effettivamente la messa fosse stata così incisiva come quella solita, ma i preti ci hanno messo impegno, pur rischiando senza mascherine ma stando distanziati. La solita Messa richiama molta più attenzione, anche se forse quella in tv è stata più gradita dai bambini, in quanto potevano rimanere a casa e “gustarsi” la Messa senza rimanere fermi e in silenzio davanti a degli adulti, come devono fare solitamente.
In generale, la Messa da casa è sicuramente più comoda da vedere e da vivere rispetto alla solita, ma c’è sempre del bello quando si sta con le persone. Il contatto fisico è quell’elemento che non c’è più stato; infatti in questi mesi la messa è ricominciata in “presenza” ma è ancora difficile per tutti viverla. In primo luogo poiché non ci si può più sedere sulle panche, dove ci stavano un po’ di persone abbastanza vicine, ma siamo seduti su sedie ben distanziate l’una dall’altra. Ovviamente, bisogna vivere la Messa distanziati e con le mascherine, che si possono abbassare leggermente soltanto quando si riceve l’ostia, non in altri momenti.
Una parte integrante del “vivere la Messa” è anche il coro, che aiuta i fedeli e il prete a pregare in un modo più allegro e con musica dal vivo, spesso chitarre e organi, in qualche caso anche un violino. I cori religiosi ne hanno risentito molto di questo nuovo modo di andare a Messa perché una volta bisognava stare parecchio vicini per permettere al microfono, che solitamente sta nel mezzo, di far sentire tutte le voci.
Questa cosa è davvero frustrante, è necessario farsi sentire anche se non si è del tutto sicuri dal momento
che si è distanti gli uni dagli altri.
La cosa più difficile da sopportare è sicuramente la distanza interpersonale e la mascherina, con cui non è facile respirare e tantomeno cantare, soprattutto per il coro.
È molto importante continuare a rispettare le regole per fare in modo da tornare a vivere una Messa il più possibile “normale”, come la vivevamo fino a qualche mese fa.

Angelica Moretti 3AL