Lockdown e dipendenze

Durante il lockdown, chi già soffriva di una dipendenza patologica ha vissuto momenti particolarmente difficili, dovuti non solo al fatto che era diventato più complicato procurarsi sostanze stupefacenti, ma anche perché, nel caso in cui si fosse deciso di smettere, sarebbe entrata in gioco l’astinenza.

Con la quarantena si è, infatti, assistito ad un calo dello spaccio di stupefacenti in strada e ciò ha portato i consumatori a trovare nuove vie per comprare sostanze. Tra queste: il “dark web”: una rete “oscura”, un mercato di prodotti illegali a cui si può accedere solamente mediante configurazioni esclusive e accessi autorizzati.

Un altro effetto dovuto a questa emergenza sanitaria è stato un probabile cambiamento sul tipo di sostanze consumate: le droghe psicoattive utilizzate prima della quarantena, che favoriscono socializzazione in ambienti ludico-ricreativi, sono state sostituite da sostanze più a tonalità depressiva, che è possibile consumare da soli. Questo porta ad una trasformazione significativa del fenomeno, in quanto le nuove benzodiazepine, utilizzate in particolare per calmare l’astinenza da oppiacei, sono più efficaci e allo stesso tempo più tossiche delle benzodiazepine classiche. Tra gli oppioidi sintetici, quelli più pericolosi sono i fentanili, sostanze tra 100 e 1000 volte più potenti dell’eroina, che vengono prodotte in casa e vendute ad un prezzo ridotto. La loro tossicità e la loro potenza sono molto più elevate della classica eroina e possono portare ad un’overdose difficilmente reversibile.

Secondo quanto affermato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA), le persone che consumano abitualmente sostanze stupefacenti sono più vulnerabili al COVID-19 a causa degli effetti che queste sostanze hanno sull’apparato respiratorio. Ad esempio, gli oppioidi riducono la frequenza respiratoria e il livello di ossigeno nel sangue, fattori potenzialmente fatali in caso di overdose ma anche dannosi per la salute del sistema nervoso centrale. La patologia polmonare aumenta il rischio di overdose in chi fa uso di oppioidi e allo stesso modo la ridotta capacità polmonare causata dal Coronavirus rappresenta un grave rischio per queste persone.

Simone Lo Presti, V DSA