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Si può dire quello che si pensa senza conseguenze sugli altri?

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Così recita uno degli articoli più importanti della Costituzione italiana, l’art. 21: il diritto di parola ed in generale di espressione è sempre stato al centro della storia dell’uomo, dato che, come si suol dire, le parole hanno conseguenze. Cosa succede però se le conseguenze in questione mettono a rischio un’intera popolazione? E’ possibile in tempo di Covid avere la stessa libertà di espressione? È da quasi un anno che il Corona virus è incastonato nella nostra società e l’influenza mediatica che ha portato è ineguagliabile: è quasi interessante come questa tematica sia stata analizzata da cima a fondo, partendo dalla cosiddetta “caccia all’untore”. Durante questo anno travagliato sono state numerosissime le opinioni dei virologi che hanno viaggiato attraverso i mass-media, che spesso si sono ritrovate in contrasto tra di loro e hanno seminato paura e disorientato il popolo. La verità, secondo il mio parere, è che la velocità degli avvenimenti ha destabilizzato anche coloro che effettivamente erano in grado di valutare dal punto di vista scientifico la situazione; ritengo pertanto c

he al giorno d’oggi il diritto di parola sia inversamente proporzionale al diritto alla salute, in quanto le conseguenze di un semplice pensiero formulato male da parte di uno scienziato in tv possono mettere a rischio i telespettatori. Questo discorso si va a ricondurre proprio agli albori della pandemia: quante volte abbiamo detto o ci siamo sentiti dire “è solo un’influenza”, “l’Italia non è a rischio contagio”. Queste frasi, pronunciate anche da alte cariche istituzionali e scientifiche, hanno portato all’abbassamento generale della guardia da parte della popolazione italiana che, a sua volta, ha causato un’impreparazione generale all’impatto della malattia. Non sono mancate inoltre le opinioni da parte di inesperti e dei cosiddetti “leoni da tastiera” che, in queste circostanze più che mai, hanno proferito enunciati assolutamente privi di prove e fondamenta scientifiche. Questo grosso focolare ardent

e di fake news e disordine è stato alimentato dalla tematica del vaccino anti-Covid, che ha dato il via libera a credenze inverosimili che, ahimè, hanno trovato riscontro in molte persone: basta solamente p

ensare alla correlazione tra il vaccino e la tecnologia mobile 5G per capire la totale assenza di raziocinio che domina queste teorie. Il diritto di espressione, pertanto, non deve essere oscurato dall’emergenza sanitaria causata dal Covid, ma bisogna prestare molta più attenzione a quello che viene detto da parte degli specialisti in ambito medico. Il vero pericolo della libertà di espressione è causato dall’enfatizzazione di ciò che si espone e dunque è possibile dire ciò che si pensa, ma bisogna aver conto del suo impatto mediatico.

Matteo De Martino

3 A Liceo classico Cambridge G. B. Vico Napoli