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“La ragazza delle fragole”. Recensione di Tommaso Dobrich

“La ragazza delle fragole”, romanzo scritto da Lisa Stromme, ha attratto fin da quando ho letto la trama e si è rivelato, per me, interessante e affascinante.
“La ragazza delle fragole” racconta di Johanne, che vive nel piccolo villaggio norvegese di Åsgårdstrand, sui fiordi del Mare del Nord, dove nel periodo estivo si rifugiano molti pittori, tra cui Edvard Munch.

Munch è considerato dagli abitanti del villaggio un tipo pericoloso, da cui stare alla larga, ma non per Johanne. Ancora piccola, all’inizio del libro, e con una curiosità irrefrenabile, la protagonista, mossa anche dalla passione per la pittura, instaura un rapporto di amicizia con il pittore. Un rapporto all’inizio, tenuto segreto, perchè non le è permesso dalla sua famiglia, di  avvicinarsi alla casa di Munch.
Johanne è soprannominata “la ragazza delle fragole”  perché verrà ritratta in un dipinto,  che la rappresenta nel suo passatempo estivo: raccogliere e vendere le fragole nel suo villaggio. Questo, fino a quando la madre, molto severa e pignola, decide di mandarla a lavorare come domestica a casa della famiglia della giovane Tullik, con cui  Johanne stringe un bel rapporto di amicizia.
Mi ha colpito molto come, l’autrice abbia raccontato il legame tra le due ragazze, diventate molto più che semplici amiche, al punto di considerarsi quasi sorelle, nonostante Johanne sia solo una domestica in casa di Tullik. Tra loro, si crea subito un grande affetto tanto che la protagonista, nel corso della storia, incontra numerosi rischi pur di aiutare la sua amica Tullik.
Johanne mi è anche piaciuta perché dall’inizio fino alla fine del romanzo,  pur di coltivare la sua passione per l’arte, va sia contro la madre che contro il suo villaggio, solo per farsi aiutare da Munch, che con lei si rivela gentile e premuroso, nonostante le brutte cose che dice la gente.
Ho apprezzato molto anche come l’autrice sia riuscita a descrivere il sentimento che nasce tra Tullik e Munch e la loro relazione clandestina. Un amore che si dimostra essere così profondo e doloroso. E infatti sono stato colpito molto proprio per come l’autrice sia riuscita a raccontare così bene un sentimento così complicato e sofferente, non essendo affatto facile, ma devo dire che l’autrice ha fatto un ottimo lavoro.
Infine in questo romanzo ho trovato molti significati che tutti dovrebbero cercare di vivere leggendo questo libro. Ovvero una storia in cui arte, amore, amicizia, desiderio e distruzione sono un tutt’uno, cioè in un quadro ben definito. Non so quanto c’è di vero in questo libro ma devo dire che oltre alla storia in sé, è stato bello provare ad immaginare la vita di Munch.

Tommaso Dobrich, III C